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Informatica green: Dell ridisegna i suoi computer all'insegna della circolarità

Informatica green: Dell ridisegna i suoi computer all'insegna della circolarità

La multinazionale americana vuole rendere i propri prodotti più durevoli, riciclare i dispositivi usati e frenare l’obsolescenza dei software

In un mondo sempre più tecnologico e digitale, i rifiuti elettronici sono destinati ad aumentare. Basti pensare che nel 2019, secondo il rapporto Global E-waste Monitor 2020 delle Nazioni Unite, sono state prodotte 53,6 milioni di tonnellate di RAEE nel mondo, circa 7 chilogrammi a persona. Agli attuali ritmi, entro il 2030 si potrebbero superare le 74 milioni di tonnellate. Una quantità pari al peso di 350 navi da crociera. Di fronte al problema, ci sono aziende che stanno passando all’azione. Una di queste è Dell, multinazionale americana che vuole rendere i propri computer sempre più circolari.

Computer Dell circolari riciclo

Le difficoltà nel riciclare i computer

Questi dispositivi, dai pc ai portatili, sono difficili da riciclare. Questo a causa delle difficoltà di smontaggio e del grande numero di pezzi che li compongono. Basti pensare che un comune laptop è formato da 200 componenti fatti di diversi materiali, incollati e avvitati insieme. Le operazioni per disassemblarli, quindi, sono molto lunghe, a tal punto da renderle economicamente non convenienti. “Un sacco di riciclatori – ha detto Ed Boyd, senior vice president di Dell Technologies Experience Design Group -, dicono che per questo lavoro ci mettono un’ora e che non guadagnano abbastanza per rendere sostenibile il processo. Non c’è valore economico nel farlo. Penso sia questa la ragione per cui molti materiali finiscono nel flusso di rifiuti e nelle discariche”.

Ripensare il design

Il problema nasce da un difetto nel design dei prodotti. Dovrebbero essere progettati già pensando al loro “fine vita”, il momento in cui non ne avremo più bisogno e andranno smaltiti. È quello che vuole fare da qui al 2030 Dell. Un obiettivo non semplice da raggiungere. L’azienda lo sta inseguendo su binari diversi. Uno è proprio il ripensamento dell’oggetto fisico. Ad esempio, sta testando un prototipo di computer che potrà essere smontato in pochi passaggi tirando un semplice perno inserito su un lato del dispositivo. “Vogliamo passare da un oggetto che richiede un’ora per essere totalmente disassemblato a uno che richiede due minuti o meno. Non è impossibile. È solo che non era un aspetto considerato nella progettazione del passato”.

Cambiare i materiali

L’azienda sta anche lavorando per rendere più durevoli i propri prodotti. I materiali esterni saranno disegnati in maniera diversa per renderli più resistenti all’usura (oppure per fargli acquisire una patina che li faccia sembrare vintage nel corso degli anni). Inoltre, sta già cominciando a integrare alcuni materiali riciclati nei nuovi dispositivi portatili, come le fibre di carbonio usate nell’industria aerospaziale e la plastica raccolta negli oceani (per il packaging). Promuovendo il riciclo, Dell punta anche a tornare in possesso dei suoi computer usati per recuperare i materiali ancora buoni o addirittura per sistemarli e metterli a disposizione di nuovi utenti. Per ogni prodotto nuovo venduto, l’azienda punta a riciclarne o riusarne uno equivalente.

Fermare l’obsolescenza dei software

Ma i computer non invecchiano solo nell’aspetto esteriore. Anche l’obsolescenza di software e sistemi operativi rende necessaria la loro sostituzione a causa di rallentamenti e di performance via via calanti. Un fattore critico nell’aumento dei rifiuti elettronici. Su questo fronte Dell vuole spingere sull’intelligenza artificiale e sul machine learning per farli durare più a lungo grazie a interventi per migliorare la loro efficienza energetica. Il problema dei software potrebbe essere invece risolto garantendo gli aggiornamenti necessari attraverso il sistema cloud.

Dal prodotto al servizio

Il vero salto, tuttavia, potrebbe essere il passaggio dalla vendita di dispositivi a quella di un servizio. Una specie di vuoto a rendere, o meglio, di “vecchio a rendere”: una volta che il computer non è più performante, l’idea è che si possa restituirlo alla società per un aggiornamento incluso nel prezzo o per la sua sostituzione trasferendo automaticamente i propri dati nel nuovo dispositivo. Dell sta sperimentando anche questo approccio per incentivare la circolarità. “Se si considerano i computer di oggi, la maggior parte è difficile da montare, mantenere e aggiustare. Sono costosi”, ha aggiunto Boyd. Offrire un servizio, anziché un prodotto, permetterebbe di “avere dati, informazioni e applicazioni personali su ogni schermo. Ti seguono ovunque vai”.


REDAZIONE
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