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L’impero degli ittiti scomparve per una siccità, secondo uno studio

L’impero degli ittiti scomparve per una siccità, secondo uno studio

Un nuovo studio agli isotopi di carbonio getta luce sulla scomparsa dell’impero degli Ittiti, colpiti da un duro periodo di siccità

Crisi climatica e fenomeni naturali estremi potrebbero essere tra i fattori chiave per risolvere uno dei tanti misteri del passato. Forse meno conosciuti rispetto ad altri popoli dell’epoca, gli ittiti furono una delle maggiori potenze del mondo antico, insieme ad altri imperi come quello degli assiri, babilonesi ed egiziani. L’impero ittita dominò gran parte della moderna Turchia tra il 1650 a.C. e il 1200 a.C. Ma così com’era stato rapido il suo avvento, tanto repentino e misterioso è stato il suo declino. Una recente scoperta condotta dalla Cornell University, negli Stati Uniti, suggerisce che una siccità di rara intensità potrebbe essere stata uno dei fattori determinati per la caduta dell'antico impero degli ittiti.

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Foto: Svenn Lachmann @Pixabay

L’impero degli ittiti scomparso a causa della siccità?

L'impero ittita era una delle più grandi e potenti società antiche del Vicino Oriente. Si estendeva su un'area che comprendeva parti della Turchia, della Siria e dell'Armenia e, durante il suo apogeo, era una potenza militare e commerciale. Tuttavia, intorno al 1200 a.C. l'impero ittita cadde improvvisamente: la capitale abbandonata, il suo popolo costretto ad emigrare. Le ragioni del crollo sono rimaste un mistero per secoli. Diverse sono state le cause proposte da archeologi e scienziati ma, tra le tante ipotesi, non esiste una prova definitiva. Secondo alcuni, un periodo di particolari eventi climatici estremi potrebbe aver contribuito al declino di molte società dell’epoca in quello che è noto anche come Collasso dell’Età del Bronzo. Secondo gli studiosi americani, esisterebbero prove a sostegno della siccità come fattore per il collasso dell’impero degli ittiti.

Analisi degli alberi di ginepro e isotopi di carbonio

Per trovare una spiegazione al tanto dibattuto collasso dell'impero ittita, Sturt Manning e Jed Sparks, due professori della Cornell University, hanno deciso di unire le potenzialità dell’analisi degli anelli degli alberi e quella degli isotopi di carbonio per analizzare i resti del tumulo funerario di Mida, presso l’antica Gordio, in Turchia. Il tumulo contiene i resti di alberi di ginepro. Gli alberi di ginepro hanno la capacità di vivere fino anche a un millennio e hanno fornito ai ricercatori un vero e proprio database paleoclimatico dell’intera regione.

Analizzando i modelli di crescita degli anelli degli alberi di ginepro e incrociandoli con i cambiamenti registrati tra gli isotopi di carbonio, che indicano la risposta dell’albero alla disponibilità d’acqua, i ricercatori hanno individuato un periodo di siccità estrema in concomitanza col periodo della presunta scomparsa dell’impero degli ittiti.

Eventi climatici estremi: un segnale dal passato

Secondo i ricercatori, gli alberi di ginepro indicherebbero che tra il 1198 a.C e il 1196 a.C., per più o meno tre anni, ci potrebbe essere stato nell’area dell’attuale Turchia un periodo di siccità estrema. Le date si incrocerebbero alla perfezione con il periodo accettato del declino dell’impero degli ittiti. La siccità estrema avrebbe avuto un impatto significativo sulla capacità dell'impero ittita di sostenere l’agricoltura alla base della sua economia. Colpita da carestia e carenza di cibo, la popolazione si sarebbe trovata a dover affrontare anche tensioni interne e lotte per la sopravvivenza, indebolendo ulteriormente la struttura sociale fino al suo inevitabile collasso.

Questa scoperta supporterebbe, almeno in parte, la tesi che fenomeni climatici abbiano potuto influire negativamente sulla stabilità politica e sociale delle società antiche e suggerirebbe, quindi, come le nostre civiltà siano state particolarmente vulnerabili ai cambiamenti. Un avvertimento dal passato che risuona forte anche nel presente.


denis venturi
Denis Venturi
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Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.
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Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.
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