Il passaggio al cibo plant-based potrebbe tagliare le emissioni del 30%

Sostituire il 50% dei prodotti a base di carne e latte con alternative plant-based, cioè a base vegetale, può ridurre le emissioni di gas serra e del consumo di suolo prodotte dall'agricoltura fino al 31% oltre a contribuire a fermare il degrado di foreste e terreni. A sostenerlo una nuova ricerca pubblicata sulla rivista Nature Communications.

Cosa sono i prodotti plant-based
Il cibo plant-based è una categoria di prodotti alimentari realizzati da ingredienti di origine vegetale con il preciso intento di imitare fedelmente sapore e consistenza di prodotti di origine animale come carne o latticini. La produzione di carne e altri prodotti di origine animale è spesso associata a un elevato impatto ambientale con elevate emissioni di gas serra, uso intensivo di acqua e suolo, deforestazione e perdita di biodiversità. Gli alimenti plant-based richiedono in genere meno risorse naturali per essere prodotti, risultando così un’alternativa più sostenibile.
Dieta plant-based per tagliare le emissioni
Per la loro ricerca gli autori hanno sviluppato diversi regimi alimentari basati su ricette a base di prodotti plant-based in sostituzione di carne di manzo, maiale, pollo e latte. Le diverse diete sono state progettate per mantenere il più possibile equivalenti i valori nutrizionali oltre a considerare le capacità di produzione e distribuzione attuale di alimenti plant-based.
Secondo i calcoli, se dovessimo sostituire da oggi metà dei prodotti animali con prodotti esclusivamente plant-based si otterrebbe una riduzione notevole dell’impatto del sistema alimentare sull’ambiente già nei prossimi 30 anni. In particolare si otterrebbe un taglio netto delle emissioni di gas serra del 31%, una riduzione delle superfici di suolo utilizzate dall’agricoltura del 12%, una riduzione del consumo di acqua del 10% e una riduzione sostanziale dell’attività di deforestazione.
Benefici per l’ambiente già nei prossimi decenni
Secondo i ricercatori inoltre un ulteriore beneficio potrebbe essere ottenuto se i terreni agricoli convertiti dall’allevamento di bestiame e dalla produzione di mangimi fossero destinati alla riforestazione, con l’obiettivo primario di ripristinare la biodiversità.
In questo caso i benefici di una dieta per metà plant-based potrebbero addirittura raddoppiare con una riduzione totale di 6 miliardi di tonnellate di CO2 immessa nell’atmosfera ogni anno. In caso dovessimo sostituire fino al 90% dei prodotti a base animale con prodotti plant-based risparmieremmo all’ambiente fino a 11 miliardi di tonnellate di CO2 annuali mentre la riconversione in foreste potrebbe iniziare a ripristinare la perdita di biodiversità già a partire dal 2040.
