I fiumi del mondo sono pieni di farmaci, l’allarme di uno studio

Un nuovo studio pubblicato in Proceedings of the National Academy of Sciences si è concentrato sull’inquinamento da farmaci nei fiumi. I ricercatori hanno condotto un lavoro innovativo, analizzando campioni d’acqua in tutto il mondo e i risultati si sono, purtroppo, dimostrati allarmanti. I dati non sono omogenei, ma le zone incontaminate sono pochissime. Ora intervenire appare tanto necessario, quanto complicato.

Lo studio sull’inquinamento da farmaci
Il recente monitoraggio dei livelli dell’inquinamento da farmaci nei fiumi si inserisce all’interno del più ampio progetto Global Monitoring Pharmaceuticals Project. Il lavoro ha coinvolto 127 ricercatori di 86 istituzioni e ha fornito, per la prima volta, una mappatura globale di tale tipo di contaminazione. Lo studio si è concentrato su 258 fiumi, sparsi in 104 Paesi, per un’analisi sulla presenza di 61 sostanze, che ha interessato circa 1.000 siti. Le zone esaminate vanno dalle città più popolose al mondo ai remoti villaggi venezuelani, dove l’utilizzo di medicinali non è contemplato. La popolazione complessiva delle aree considerate ammonta a 471 milioni di persone.
Farmaci nei fiumi
Lo studio sulla presenza di farmaci nei fiumi ha rivelato dati inquietanti. Delle 61 sostanze analizzate, 53 sono state trovate in almeno un sito, mentre 4 sono state individuate nei 4 continenti. La carbamazepina, usata per il trattamento dell’epilessia, è stata rintracciata in 652 siti, ovvero nel 62% dei campioni. Residui di metformina, impiegata per il diabete di tipo 2, e caffeina sono stati, invece, trovati nel 50% dei fiumi. Le zone più colpite sono risultate quelle a basso reddito, in cui il trattamento delle acque reflue risulta inadeguato. Africa sub-sahariana, Asia e America meridionale guidano la triste classifica. La Paz, in Bolivia, sul Rio delle Amazzoni, si è rivelata la località più contaminata, mentre l’Islanda è apparsa l’unica pura.
Limitare i danni
Il nuovo studio sull’inquinamento da farmaci nei fiumi restituisce l’immagine di un quadro drammatico, per altro in continua evoluzione. In più di un quarto dei siti analizzati i livelli di almeno un medicinale individuato nelle acque si è dimostrato superiore alla soglia di tossicità. Ciò potrebbe avere sugli ecosistemi conseguenze devastanti ed espone pesci e fauna a pericoli mortali. Il rischio che i fenomeni di resistenza antimicrobica si moltiplichino è, poi, già concreto. Progredire nella ricerca per comprendere come questa fonte di inquinamento stia interagendo con l’ambiente appare, dunque, fondamentale. Sviluppare strategie coerenti, e coordinate a livello internazionale, volte a mitigarne l’impatto è una priorità.
I dati sulla presenza di farmaci nei fiumi dovrebbe far riflettere. Questa nuova fonte di inquinamento non risparmia, praticamente, nessun luogo della Terra e, ancora una volta, cause ed effetti si distribuiscono in modo non uniforme. I medicinali ci hanno permesso di allungare la nostra aspettativa di vita. Evitare di avvelenarci con le nostre stesse risorse appare, di certo, una buona idea.
