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I baby boomer sono il futuro del mercato biologico

I baby boomer sono il futuro del mercato biologico

I baby boomer sono il futuro del biologico. O perlomeno potrebbero essere se le aziende comprendessero il valore della quota di mercato che li interessa.

Green, BIO e naturale sono concetti da giovani. Sembra un assunto che nessuno abbia intenzione di mettere in discussione, ma a un’analisi più attenta le cose potrebbero assumere un’altra forma. I baby boomer sono il futuro del biologico, anche solo per il semplice fatto che sono la frontiera ancora da scoprire, ma le aziende dovrebbero iniziare a pensare anche a loro.

I millennial adorano il biologico, ma non dimentichiamoci dei baby boomer

Con baby boomer si fa riferimento generalmente a persone nate dal 1945 al 1964, ossia nel corso del «boom» demografico post bellico. Si tratta di una categoria spesso mostrata in contrapposizione alle nuove generazioni - millennial e generazione Z - con i loro valori, come l’amore per i prodotti biologici. Tuttavia, i baby boomer potrebbero essere il futuro del biologico, anche se per ragioni probabilmente meno idealistiche di quelle dei più giovani. Si tratta di una categoria spesso dimenticata da alcuni settori, ma che potrebbe rivelarsi una vera e propria miniera d’oro, considerando la sua maggiore capacità di spesa.

Una delle ragioni di questa esclusione dai piani commerciali delle aziende potrebbe essere l’idea di temporaneità della categoria. Tecnicamente un cliente ventenne ha di fronte a sé una vita di potenziali acquisti, mentre un settantenne, per quanto la biologia possa risultare clemente, certamente qualche anno di meno. Tuttavia, se si considera l’allungamento costante della vita media e l’antipatica (per le aziende) predisposizione delle nuove generazioni alle novità, lo scenario apparirà sotto tutt’altra luce, chiarendo il perché i baby boomer potrebbero essere una vera opportunità per il biologico.

La scarsità di interesse da parte della generazione più matura nei confronti di certi prodotti, tuttavia, potrebbe non essere «innata», come si è soliti pensare, bensì dovuta alla scarsa attenzione prestata dalle azioni pubblicitarie e di marketing nei suoi confronti. I baby boomer potrebbero essere una miniera d’oro per il biologico, se solo il biologico iniziasse a parlare con loro. Certo, sicuramente, le leve che dovrebbero utilizzare le aziende sarebbero diverse: parlare di sostenibilità e ambiente potrebbe non attecchire sui boomer, però magari fare riferimento ai cari vecchi sapori di una volta o alla qualità e alla salute potrebbe fare tutt’altro effetto. Il risultato sarebbe però lo stesso, la maggiore diffusione di prodotti che dovrebbero esser più rispettosi dell’ambiente. Una risoluzione che potrebbe mettere d’accordo tutti.


Fabrizio Inverardi
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Chitarrista, motociclista, da sempre appassionato di scienza, tecnica e natura. Sono laureato in Psicologia del Lavoro e della Comunicazione. Curioso per natura amo i viaggi, il buon vino e scoprire cose nuove. Da qualche anno nel settore del marketing digitale e della comunicazione.
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Chitarrista, motociclista, da sempre appassionato di scienza, tecnica e natura. Sono laureato in Psicologia del Lavoro e della Comunicazione. Curioso per natura amo i viaggi, il buon vino e scoprire cose nuove. Da qualche anno nel settore del marketing digitale e della comunicazione.
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