Great Blue Hole, il cerchio perfetto nel Mar dei Caraibi

Se alle parole Great Blue Hole non vi viene in mente nulla, vedendo le foto capirete sicuramente di cosa stiamo parlando. La Grande Voragine Blue è stata fotografata centinaia di volte, e non c’è da stupirsene. Di cosa si tratta? Semplice, direbbero alcuni, è una dolina carsica subacquea ad est delle coste del Belize, nel cristallino Mar dei Caraibi.
Voliamo in Belize
Innanzitutto è necessaria una geolocalizzazione ancora più precisa: il Great Blue Hole si trova al centro dell’atollo di Lighthouse Reef, a meno di 100 km da Belize City, la capitale del Belize, nell’America Centrale. Lighthouse Reef è famoso non solo per l’incredibile buco nero in questione, ma anche per esser circondato da una splendida barriera corallina che gli ha fatto guadagnare il titolo di patrimonio dell’umanità da parte dell’UNESCO. Se volete raggiungerlo ci sono due modi: in barca, se ci si vuole immergere nel profondo blu, o in elicottero, per scattare foto sensazionali.
Tutto ebbe origine migliaia di anni fa
Il Great Blue Hole si è formato durante l’ultima era glaciale, quando il livello del mare era decisamente inferiore. Inizialmente consisteva in una grotta calcarea. Poi, quando l’oceano ha iniziato a rialzarsi a causa dello scioglimento dei ghiacci al termine del periodo glaciale, la grotta si è allagata, il tetto è crollato verso il basso e ha formato quello che vediamo oggi, tecnicamente detto sinkhole. Questa sua origine ha caratterizzato le pareti e il suo assetto del tutto particolare. Non a caso ancora oggi, o meglio, soprattutto oggi, è oggetto di interesse per moltissimi studiosi e subacquei.
Dovete infatti sapere che le pareti del Great Blue Hole sono quasi verticali, a volte strapiombanti, e arricchite da innumerevoli stalattiti, lunghe 12 metri. Immergersi è come visitare una vera e propria caverna più che un fondale marino, complice la mancanza di corallo dovuta all’assenza di luce. Per il resto ha un diametro di 300 metri, una profondità di 124 metri, misure da record che lo rendono unico nel suo genere insieme alla sua forma quasi perfettamente circolare.
Immergersi, perché no!
Il primo a fare vere e proprie esplorazioni nel Great Blue Hole fu Jacques-Yves Cousteau, nel 1971, con la sua nave Calypso, quando vi si recò per verificarne la profondità. Da lì in poi le ricerche e le immersioni non si sono più fermate. Il Grande buco nero attrae proprio tutti, dai sub più esperti a chi vede le bombole per la prima volta. Ovviamente a ciascuno il suo: solo chi ha esperienza potrà fare immersioni tecniche, scendendo in profondità e attraversando passaggi piuttosto angusti e scomodi, a ridotta visibilità. In questi casi, la poca luce rende molto difficoltoso l’incontro con specie marine, mentre salendo non è difficile incontrare diversi tipi di squalo, come quello nutrice, o ancora la cernia gigante e il barracuda. Senza dimenticare i colorati pesci tropicali, sicuramente meno inquietanti e più alla nostra portata. Insomma, che lo si guardi dall’alto, nella sua perfezione, o lo si tocchi con mano, il Great Blue Hole, rappresenta comunque un’esperienza unica nel suo genere.
