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Gli uragani con nomi femminili mietono più vittime

Gli uragani con nomi femminili mietono più vittime

Vi siete mai chiesti con quale logica vengono scelti i nomi degli uragani negli Stati Uniti? Tutti abbiamo sentito di Katrina, per esempio, uno tra i cinque cicloni più gravi mai abbattutisi sulle coste statunitensi, e il più grave se si tiene conto dei soli danni economici. Il più recente Harvey invece ne ha fatte solo 5. Ma andiamo con ordine.

Nomi diversi, aspettative diverse

Lo studio è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista PNAS - Proceeding of the National Academy of Sciences - e purtroppo ha dei risvolti molto precisi. Sono stati analizzati più di sei decenni di dati riguardanti il numero di morti durante gli uragani, scoprendo che quelli con nomi femminili sono molto più letali - «significantly more deaths» per usare le parole degli scienziati - di quelli maschili.

La motivazione è delle peggiori, purtroppo: si tratta di stereotipi di genere. In parole povere le persone hanno da sempre avuto la tendenza a sottovalutare gli uragani con i nomi femminili. Siamo insomma davanti ad un incredibile caso di «gender-based expectations», le donne sono più deboli degli uomini e quindi lo saranno anche gli uragani, giusto? Gli scienziati hanno concluso il loro articolo invitando politici, giornalisti e colleghi a prestare molta attenzione nell’attribuire etichette arbitrarie a questi fenomeni.

Chi sceglie il nome agli uragani?

Il motivo per cui si iniziò a identificare gli uragani in questo modo fu molto semplice in realtà: la necessità di identificarli velocemente e in maniera inequivocabile. L’ente che decide i nomi per gli uragani è la WMO (World Meteorological Organization), che inizialmente, parliamo dei primi del ‘900, attribuivano nomi senza un metodo preciso. Dal 1953 al 1979 questi violenti fenomeni atmosferici avevano solamente nomi femminili, scelti fondamentalmente tra mogli e fidanzate particolarmente odiate. Perché solo nomi femminili? Nessuno lo sa per certo, anche se la teoria più accreditata è che il mare è abitualmente associato ad una figura femminile, come del resto si fa storicamente anche con le navi.

Quando negli anni ‘70 le donne cominciarono a farsi largo nel mondo della meteorologia si batterono per introdurre nomi maschili. Finalmente nel 1978 il National Hurricane Center concesse questa svolta verso la parità dei sessi. Dopo trent’anni di parità tra nomi maschili e femminili però oggi si potrebbe invertire questo trend, paradossalmente ribadendo che un certo sessismo è veramente difficile da eradicare.

Fonti: thenewsbuzz.net - nomix.it - atlasobscura.com - wikipedia.org - nationalgeographic.com


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Matteo Buonanno Seves
Matteo Buonanno Seves
Scopri di più
Un giovane laureato in Scienze Gastronomiche con la passione per il giornalismo e il mai noioso mondo del cibo, perennemente impegnato nel tentativo di schivare le solite ricette e recensioni in favore di qualcosa di più originale.
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