Giornata Mondiale dell'Elefante, tutte e tre le specie sono a rischio estinzione

È stata la filmmaker canadese Patricia Sims, insieme alla Elephant Reintroduction Foundation della Thailandia, a fondare il World Elephant Day, la Giornata Mondiale dell’Elefante, il 12 agosto 2012. In tutto il mondo, oltre cento organizzazioni attive nella salvaguardia della fauna selvatica collaborano con Sims per dare ogni anno visibilità a questa giornata attraverso la promozione di vari eventi. L’intento è sollevare una voce globale che sensibilizzi l’opinione pubblica sulle minacce che gravano sugli elefanti.

Gli elefanti, i più grandi mammiferi viventi terrestri
La Giornata Mondiale dell'Elefante è l'occasione per conoscere meglio questo mammifero. Gli elefanti appartengono a due generi: l’elefante africano (Loxodonta) e l’elefante asiatico (Elephas maximus). Il primo si distingue in due specie: quella diffusa nell’Africa subsahariana (Loxodonta africana), in particolare nelle savane, e quella presente nelle foreste pluviali dell’Africa centro-occidentale (Loxodonta cyclotis). Entrambe hanno orecchie grandi, utili per disperdere il calore corporeo in eccesso, e lunghe zanne (i denti incisivi a crescita continua); possono raggiungere fino a quattro metri di altezza e dieci tonnellate di peso. L’elefante asiatico, diffuso dall’India alla penisola Indocinese, ha orecchie più piccole, zanne meno sviluppate e un peso inferiore (fino a cinque tonnellate) rispetto all’elefante africano.
Tra i due generi, ci sono altre differenze: nell’elefante africano le zampe anteriori hanno quattro dita e le posteriori tre, mentre le appendici prensili e tattili all’estremità della proboscide sono due; l’elefante asiatico invece ha zampe anteriori con cinque dita e posteriori con quattro; inoltre presenta una sola appendice prensile e una pelle con maggiore peluria.
Elefante a rischio estinzione
Tutte e tre le specie di elefanti sono a rischio di estinzione, allarme che la Giornata Mondiale dell'Elefante punta a far risuonare in tutto il mondo. L’elefante asiatico e l’elefante africano diffuso nell’area subsahariana compaiano nella Lista rossa dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) nella categoria “in pericolo” (EN), mentre l’elefante africano presente nelle foreste pluviali dell’Africa centro-occidentale è in una posizione ancora più critica, cioè nella categoria “gravemente minacciato” (CR), appena sopra a quella “estinto in natura”.
Le minacce alla sopravvivenza dell’elefante sono provocate dall’uomo. Innanzitutto, la continua espansione umana significa per l’elefante la perdita del suo habitat naturale, convertito in aree agricole e centri abitati; il contatto sempre più stretto tra gli insediamenti abitativi e gli elefanti porta inoltre a conflitti che spesso terminano con l’uccisione dell’animale.
A peggiorare la situazione è poi il bracconaggio per il consumo di carne e soprattutto per il commercio illegale dell’avorio ricavato dalle zanne. Il fenomeno si è purtroppo aggravato dal 2020 con la pandemia da Covid-19, per via di un afflusso minore di turisti, di controlli meno serrati e dell’esasperazione della crisi economica. Sebbene il commercio internazionale dell’avorio sia proibito o strettamente regolamentato dal 1989, la situazione dei mammiferi più grandi del pianeta è sempre più critica. Perciò è importante dare visibilità alla Giornata Mondiale dell’Elefante.