Il giardino botanico più grande del mondo sorgerà nel deserto

Il giardino botanico più grande del mondo si chiamerà Oman Botanic Garden ed è frutto della collaborazione tra gli studi di architettura design Arup, Grimshaw e Haley Sharpe Design. L’obiettivo dell’ambizioso progetto è quello di creare un vero e proprio paradiso verde nel cuore del deserto dell’Oman, in cui troverà spazio tutta le specie vegetali autoctone della nazione.
Un’oasi di biodiversità
Il giardino sorgerà ai piedi delle Al Hajar Mountains nel Sultanato dell’Oman, uno dei pochi luoghi al mondo dove l’attività tettonica consente di vedere chiaramente il fondale di un antico mare che copriva l’intera regione. È con questo scenario marziano che gli architetti hanno dovuto fare i conti, ideando una struttura che potesse entrare in armonia con l’ambiente circostante. I visitatori potranno godere di lunghe passeggiate che dall’esterno nella struttura condurranno all’interno dei due biomi che ospiteranno le specie più rare e delicate, mantenendo la temperatura e l’umidità dei loro luoghi d’origine. Sarà inoltre previsto uno spazio per delle attività educative per promuovere l’importanza del tema della biodiversità.
L’inter0 giardino botanico è stato pensato per incontrare gli standard energetici Leed Platinum il massimo livello della classificazione statunitense Leadership in Energy and Environmental Design. Il problema fondamentale, come intuibile, riguarderà l’approvigionamento idrico della struttura, criticità che verrà gestita tramite un avanzato sistema di recupero delle acque grigie. Questo progetto pionieristico avrà tutte le sembianze di un paradiso terrestre circondato dal deserto, col valore aggiunto di sensibilizzare i visitatori sul tema caldo della biodiversità.
Quel che è certo è che sarà uno spettacolo unico per gli occhi, un progetto mai visto prima che si inserirà in maniera sostenibile e armoniosa nel difficile ecosistema del deserto dell'Oman, andando a valorizzare un paesaggio altrimenti difficile da vivere e da valorizzare. Progetti come questo fanno ben sperare per un futuro nel segno dell'architettura e della tecnologia sostenibile in favore di un rapporto più equilibrato tra uomo e ambiente.
Fonti: inhabitat
