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Forasacco: una pericolosa pianta invasiva da combattere

Forasacco: una pericolosa pianta invasiva da combattere

Il forasacco dei tetti è una pianta in grado di sconvolgere gli ecosistemi e il dubbio è che ad alimentare la sua diffusione sia l’uomo

Il forasacco dei tetti è una pianta molto diffusa. Si tratta di una specie altamente invasiva, potenzialmente letale per la vegetazione autoctona. I suoi ambienti preferiti sembrano essere le città e uno studio ha mostrato che l’uomo potrebbe aver contribuito in modo determinante a renderli tali. Ora è necessario intervenire, ma, forse, approfondire la ricerca lo è ancora di più.

forasacco
Foto: Shelagh Murphy @Pexels

Il forasacco dei tetti

Il forasacco dei tetti è una pianta spermatofita originaria di Asia ed Europa. Esso raggiunge un’altezza massima di 60 cm e cresce in terreni incolti, con scarsa disponibilità idrica. Nell’ovest degli USA questa sua caratteristica l’ha reso tristemente noto. Lì il forasacco ha ormai colonizzato più di 100 milioni di acri di territorio e ha soppiantato in vaste aree la vegetazione autoctona. Con un ciclo vitale che porta le piante a morire in tarda primavera, questa specie fornisce, per altro, abbondante combustibile secco e infiammabile agli incendi. I suoi semi possono, però, a differenza di quelli di molte specie native, rimanere nel terreno a lungo e germogliano, quindi, nuovamente l’anno successivo.

Lo studio sul forasacco dei tetti

A puntare l’attenzione sul forasacco ci ha pensato uno studio pubblicato in Ecology and Evolution. Shannon Murphy della University of Denver e alcuni giovani studenti di un campo estivo hanno condotto un’interessante indagine. Dopo aver notato la tendenza del forasacco dei tetti a crescere nei più improbabili angoli urbani, hanno analizzato 54 siti tra i marciapiedi di Denver. Distinguendo tra luoghi caratterizzati dalla presenza di lampioni, siti con pali, ma privi di luce, e tratti sforniti di entrambi gli elementi, costoro hanno individuato interessanti tendenze. Hanno scoperto, infatti, che il forasacco era reperibile nel 75% dei siti illuminati e, anzi, in questi ambienti, risultava persino 3 volte più diffuso.

Intervenire sul forasacco

I dati sul forasacco aprono nuove prospettive. La ricerca mette, infatti, in evidenza la relazione, finora del tutto ignorata, tra piante e inquinamento luminoso. Quest’ultimo fattore è notoriamente una minaccia per insetti, uccelli e altre specie di animali, ma il suo rapporto con la vegetazione è ancora in gran parte ignoto. Stephen Novak, della Boise State University, ha, comunque, specificato che una correlazione non è assimilabile a un legame di causalità. Murphy appare consapevole della necessità di rispondere a ulteriori domande e sta ora lavorando con altri collaboratori per chiarire le dinamiche individuate. Concentrarsi maggiormente sulla gestione della vegetazione urbana appare nel frattempo una necessità da non trascurare.

Il forasacco dei tetti ci ricorda quanto elementi del paesaggio apparentemente insignificanti possano avere un grande impatto sull’ambiente. Ogni ecosistema è caratterizzato da un fragile equilibrio e l’uomo sembra dimenticarsene fin troppo volentieri. La prossima volta che, camminando in un vicolo, ci imbatteremo in una spighetta, forse la nostra memoria riceverà una piccola scossa.


Alice Facchini
Alice Facchini
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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