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Fermo biologico per il tartufo d'Alba

Fermo biologico per il tartufo d'Alba

Il tartufo d’Alba sarà soggetto a un «fermo biologico» in vista di una stagione che si preannuncia eccezionale grazie al clima favorevole che ha caratterizzato l’annata.

Stop alla raccolta del famoso tartufo d’Alba per il fermo biologico finalizzato a garantire una stagione ricca e di qualità. Dal 1 fino al 21 settembre sarà proibita la ricerca del pregiato tartufo bianco d’Alba e delle altre specie autoctone.

Cos’è il fermo biologico e perché riguarda il tartufo d’Alba

Il fermo biologico è un periodo in cui si definisce una pausa nello sfruttamento di una risorsa naturale. Riguarda la raccolta o la cattura di specie (animali, fungine - come nel caso del tartufo - o di altro tipo) non allevate, allo scopo di consentirne una corretta proliferazione durante il ciclo stagionale e quindi uno sfruttamento sostenibile. Normalmente questo termine riguarda la pesca o la raccolta dei frutti di mare ma, come in questo caso, il concetto può essere esteso anche ad altre risorse.

Come nel caso del tartufo d’Alba, per il quale, quest’anno, è stata prevista una stagione particolarmente positiva grazie alle condizioni climatiche favorevoli dell’annata. Per questa ragione l’idea è concedere del tempo ai funghi di crescere e proliferare secondo il loro naturale sviluppo stagionale, in modo da garantire una raccolta fruttuosa e sostenibile al termine del fermo. Venti giorni di fermo biologico nel territorio della città piemontese - dal 1 al 21 settembre - saranno un piccolo sacrificio in attesa di una stagione di raccolta che non deluderà e si protrarrà fino al 31 gennaio.


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REDAZIONE
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