Europa, vincono le auto elettriche: stop a diesel e benzina dal 2035

Con 339 voti a favore, 249 contrari e 24 astensioni il Parlamento Europeo ha approvato il provvedimento che prevede lo stop alla vendita di nuove auto con motori termici a benzina, diesel e GPL dal 2035. Il provvedimento comprende il bando anche dei motori ibridi. Dal 2035 tutte le nuove auto vendute nell’Unione Europea dovranno essere completamente elettriche. Il provvedimento rientra nell’ottica di raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 sul continente.

Stop a diesel e benzina: dal 2035 solo auto elettriche
Una decisione storica quella del Parlamento Europeo questo mercoledì 5 luglio quando la maggioranza ha scelto di fatto di mettere al bando la vendita di nuove auto a benzina e diesel sul territorio dell’Unione Europea dal 2035. Si tratta di uno dei provvedimenti cardine ideati dall’assemblea per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni do CO2 del 55% rispetto ai livelli del 1990 entro i prossimi 8 anni. Un obiettivo che richiede decisioni a impatto globale in particolare nei settori dell’energia, dell’industria e dei trasporti.
Un passaggio provvisorio
Non si tratta ancora di una legge definitiva ma solo di una proposta che ora dovrà essere rinegoziata all’interno del Consiglio Europeo: l’organo che riunisce tutti i paesi membri e detiene la parola finale. Il voto del Parlamento non è vincolante ma la decisione di mettere al bando auto a diesel e benzina dal 2035 esprime una presa di posizione forte nei confronti del tema mobilità.
La decisione ha provocato non poche spaccature sia sul fronte politico che su quello produttivo con partiti storicamente legati alla transizione ecologica decisamente soddisfatti della scelta del Parlamento Europeo considerandola una vittoria per il pianeta e quelli conservatori preoccupati invece di possibili pesanti contraccolpi economici. Anche il mondo produttivo pare spaccato con grandi produttori come Ford, Volvo e Volkswagen pronte alla transizione e altri invece pronti a dare battaglia per un provvedimento che giudicano ancora troppo prematuro, specialmente considerando la carenza cronica di infrastrutture di supporto alla mobilità elettrica sul continente.
