Emissioni di CO2: nel 2022 raggiunti nuovi record negativi
Dalla capacità dell’umanità di limitare le emissioni dipende il futuro del pianeta, ma un recente report ha mostrato che in questo 2022 i livelli di CO2 sono purtroppo da record. La pandemia ha dato solo temporaneamente respiro alla Terra, ma ora i combustibili fossili stanno tornando protagonisti. La natura potrebbe presto non avere più risorse sufficienti per assorbire il carbonio in eccesso e i progressi fatti appaiono insufficienti.
Il report
A mostrare che il 2022 è un anno da record in termini di emissioni di CO2 ci ha pensato il report redatto nell’ambito del Global Carbon Project e presentato alla COP 27. Il team ha redatto lo studio basandosi sull’analisi di dati preliminari. È stato dunque calcolato quanta CO2 sarebbe stata prodotta durante l’anno dall’umanità e quanta di questa sarebbe stata assorbita da suolo, oceani e foreste. In base alle proiezioni gli scienziati si sono, poi, concentrati su quale sia il margine rimasto al pianeta prima che l’aumento di temperatura media raggiunga la soglia considerata critica di 1.5°C.
Emissioni di CO2 da record nel 2022
Il lavoro ha preventivato che nell’anno corrente le diverse attività umane rilasceranno circa 40.6 miliardi di tonnellate di CO2. Nel quadro presentato i primi record negativi del 2022 sono connessi alle emissioni da combustibili fossili che raggiungeranno le 36.6 miliardi di tonnellate. La crescita rispetto al 2021 sarebbe dell’1% e il valore supererebbe nettamente i livelli registrati prima della pandemia. Gran parte della crescita è da attribuire alla ripresa dei voli. A ricoprire un ruolo importante è, poi, il carbone, che, a causa della crisi energetica provocata dalla guerra in Ucraina, è tornato in auge. Le emissioni collegate a deforestazione e sfruttamento del suolo restano alte, pari a 3.9 miliardi di tonnellate di CO2, ma i progetti di riforestazione stanno influendo positivamente sul bilancio.
Agire
I dati su come nel 2022 le emissioni di CO2 siano destinate a toccare valori da record devono essere considerati allarmanti. La concentrazione di tale sostanza a livello atmosferico raggiungerà, infatti, secondo le stime un picco di 417,2 ppm, un valore del 51% superiore a quelli dell’epoca pre-industriale. La crescita dell’1% delle emissioni da combustibili fossili risulta, poi significativa. Si tratta dell’equivalente dell’aggiunta di 70 milioni di auto sulle strade.
Unione Europea e Cina fanno registrare dei miglioramenti, la seconda soprattutto a causa dei lockdown prolungati, ma lo stesso non vale per gli USA. Il riscaldamento globale inficia, per altro, la capacità delle riserve di carbonio naturale di svolgere il proprio lavoro di sequestro. Tra il 2012 e il 2021 la crescita del pozzo oceanico è, dunque, rallentata del 4%, mentre quella del pozzo terrestre è diminuita del 17%.
Il fatto che il 2022 sia considerato un altro anno di record negativi per quanto riguarda le emissioni di CO2 risulta inquietante. Il budget rimasto al pianeta è di 380 miliardi di tonnellate di anidride carbonica e, ai ritmi attuali, le possibilità che la Terra si surriscaldi troppo entro 9 anni sono del 50%. I progetti di decarbonizzazione e tutela degli ecosistemi non mancano, ma il net zero appare ancora lontano.
