Due ore di sonno al giorno: così l’elefante marino sfugge ai predatori
Esiste un animale che batte tutti i record di insonnia. Si tratta dell’elefante marino. Questo animale quando si trova in mare aperto dedica appena due ore di sonno al proprio riposo. Gli scienziati non hanno capito come questo mammifero possa attuare questo comportamento in mare ma ipotizzano che sia una strategia per sfuggire ai predatori.
Le due ore di sonno dell’elefante marino
L'elefante marino dorme poco meno di due ore quando si trova ad affrontare lunghi viaggi in mare aperto. Sono molte meno ore di sonno rispetto agli esemplari che si possono riposare sulla terraferma, i quali invece dedicano al sonno anche oltre dieci ore. Una simile flessibilità è praticamente unica nel mondo dei mammiferi.
Le due ore di sonno dell’elefante marino non sono consecutive ma sono suddivise nell’arco della giornata. E' come se facesse tanti piccoli "sonnellini" della durata di meno di venti minuti. Gli esemplari si riposano ad una profondità compresa tra i 90 e i 300 metri circa. Gli scienziati hanno ipotizzato che un simile comportamento è stato adottato dagli elefanti marini per sfuggire ai loro predatori naturali. Infatti, squali ed orche difficilmente predano a simili profondità oceaniche.
Sfuggire ai predatori
Non tutti gli esemplari di elefante marino dormono solo due ore al giorno. Infatti, solo quelli che si trovano in mare aperto e raggiungono determinate profondità adottano questo comportamento. Questa è una strategia che permette all'animale di far riposare tutto il cervello senza temere di essere predato. Solo una volta tornato sulla terraferma recupera le ore arretrate cadendo anche in uno stato di sonno profondo.
Lo studio condotto sull'elefante marino ipotizza che la necessità di dedicare solo due ore al sonno in mare aperto sia legato al fatto che questi animali devono trascorrere lunghi periodi di tempo in acqua per cercare tutto il cibo necessario a sostenere il loro organismo.
Uno speciale dispositivo
La scoperta sulle due ore di sonno dell’elefante marino è stata compiuta da un gruppo di ricerca dell'Università della California coordinato dalla dottoressa Jessie Kendall-Bar. E' stato il primo studio svolto sul sonno dei mammiferi marini in natura e i ricercatori hanno dovuto superare diversi ostacoli di carattere tecnico.
I dati sono stati raccolti tramite uno speciale dispositivo simile ad una cuffia. Questa è dotata di sensori solitamente utilizzati per gli studi sul sonno dell’uomo. L'apparecchio è stato però reso impermeabile e resistente ad una elevata pressione affinché potesse essere applicato sugli elefanti marini. Inoltre, il dispositivo doveva essere abbastanza sensibile da poter percepire le onde cerebrali oltre lo strato di grasso che protegge questi mammiferi marini.
Un animale misterioso
Agli scienziati sfugge ancora come possa un animale dedicare appena due ore di sonno mentre si trova immerso nelle profondità dell'oceano. Una simile incomprensione è accentuata dal fatto che l’uomo ha bisogno di almeno di otto ore di sonno. Tuttavia, le diversità tra i due riposi sono rese possibili proprio per le divergenze biologiche tra le diverse specie animali.
