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Crisi climatica in Congo: i numeri generano allarme

Crisi climatica in Congo: i numeri generano allarme

La crisi climatica in Congo costituisce una problematica attuale. In un Paese già in estrema difficoltà, il riscaldamento globale sta rendendo, infatti, la vita della popolazione sempre più complicata. Il bilancio è allarmante e, tanto la foresta tropicale, quanto il prezioso Lago Tanganica stanno subendo pesanti cambiamenti. Il futuro spaventa gli esperti e intervenire è ormai un’urgenza.

crisi climatica in Congo

La crisi climatica in Congo:

La crisi climatica in Congo sta mostrando tutto il proprio potere devastante. Le temperature sono, infatti, in continuo aumento e, mentre le piogge torrenziali flagellano il Paese in ogni stagione, le inondazioni si susseguono. Il Lago Tanganica, prima fondamentale risorsa, è diventato sinonimo di terrore. Negli ultimi due mesi le sue acque hanno, infatti, distrutto 4.240 case e 112 scuole. La deforestazione ha poi privato il Paese di gran parte delle proprie difese naturali, rendendo il terreno più vulnerabile all’erosione. La popolazione, duramente provata da fame e povertà, fatica a vivere in queste condizioni e a trarne giovamento sono violenza e iniquità sociale.

L’allarme per il futuro:

La crisi climatica in Congo sta mettendo a rischio ecosistemi unici. Il Lago Tanganica ospita, infatti, 840 specie di piante acquatiche e 1.318 di animali, fra cui figurano 300 specie di pesce non reperibili altrove. Esso custodisce poi il 17% delle riserve di acqua dolce superficiale del pianeta e il Congo ospita gran parte dei fiumi africani. Un aumento della temperatura globale superiore ai 3 °C rispetto all’epoca pre-industriale rappresenterebbe il punto di non ritorno. Questo bacino fornisce, infine, ogni anno 200.000 tonnellate di pesce, ma il surriscaldamento delle acque minaccia questa abbondanza. In un Paese dove 27 milioni di persone soffrono la fame le conseguenze non possono che essere devastanti.

Intervenire sulla crisi:

Le possibilità per mitigare l’impatto della crisi climatica in Congo esistono. La comunità internazionale dovrebbe, però, riservare alla questione la massima attenzione. Il Congo è 175° su 189 Paesi nel Human Development Index del Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite. Le minacce alle sue scorte alimentari o idriche non possono essere ignorate. Intervenire sulle emissioni è, poi, la priorità, così come il ripristino delle foreste, preziose per il sequestro di carbonio. Investire su di esse fornirebbe anche barriere naturali contro inondazioni e frane. A livello locale è necessaria, dunque, un’educazione alla corretta gestione della natura. L’illegalità è però estremamente diffusa nel Paese e ciò complica le cose.

L’allarme per la crisi climatica in Congo non può che rimanere altissimo. Da metà aprile a oggi nel Paese gli sfollati a causa degli eventi meteo estremi sono stati ben 72.080 e la situazione sembra destinata a peggiorare. Perché “Lago Tanganica” possa rimanere quel nome che ognuno impara alle elementari come quello del lago più profondo dell’Africa, l’indifferenza non è più una strategia.


Alice Facchini
Alice Facchini
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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