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Coltivare sulla Luna, la NASA lancia la sfida per il 2026

Coltivare sulla Luna, la NASA lancia la sfida per il 2026

La missione Artemis III della NASA conterrà tutto il necessario per permettere agli astronauti di coltivare sulla Luna per la prima volta.

È possibile coltivare sulla Luna? Lo stabiliranno presto gli astronauti della NASA che nella prossima missione Artemis III prevista per il 2026 rimetteranno piede sul nostro satellite. L’agenzia spaziale americana infatti ha dato il via libera alla missione che prevede la presenza di una serie di speciali camere adibite alla crescita di vegetali. Scopo della missione, stabilire la fattibilità di coltivare sulla Luna e gli effetti della microgravità sulla crescita delle piante in prospettiva dell’installazione di una base permanente sul nostro satellite. 

Coltivare sulla Luna, la NASA lancia la sfida per il 2026
@envatoelements

Coltivare sulla Luna, primi test nel 2026

La NASA ha annunciato che gli astronauti rimetteranno finalmente piede sul nostro satellite nel corso della missione Artemis III prevista per il 2026 ed effettueranno anche i primi test NASA sulla fattibilità di coltivare vegetali e ortaggi sulla Luna. Grazie alla presenza di apposite camere dedicate, gli astronauti proveranno a coltivare piante di lenticchia d'acqua, crescione e brassica per studiarne il comportamento in condizioni di microgravità e di esposizione alle radiazioni spaziali. 

Perché è importante coltivare sulla Luna?

La missione Artemis III della NASA rappresenta il primo ritorno dell’uomo sulla superficie della Luna dal 1972 e dovrebbe fare da apripista per l’installazione di una base permanente. Proprio in prospettiva dell’installazione di una base, riuscire nell’impresa di coltivare sulla Luna vorrebbe dire ridurre drasticamente la necessità di trasferire cibo dalla Terra oltre a rifornire gli astronauti di verdure fresche. Non solo, la presenza di piante aiuterebbe anche nella fondamentale produzione di ossigeno.

Il progetto è chiamato LEAF, che in inglese significa «foglia» e rappresenta l’acronimo «Lunar Effects on Agricultural Flora» (Effetti lunari sulla flora agricola). Ideato dalla Space Lab Technologies che già sta sviluppando anche delle serre per future coltivazioni su Marte, il progetto punta a fornire tutte le informazioni necessarie per stabilire se e come possa funzionare un’agricoltura lunare. 

Primi esperimenti di agricoltura lunare

Come illustrato dalla NASA, i semi verranno piantati in camere di crescita progettate per proteggere le piantine dall’eccessiva luce solare e dalle radiazioni spaziali. Le camere inoltre consentiranno allo stesso tempo un monitoraggio costante dei processi di sviluppo delle piante, di fotosintesi e delle risposte delle piante allo stress ambientale.

Tra le piante, il crescione è stato selezionato perché il suo codice genetico è stato già completamente mappato e questo aiuterà gli scienziati a individuare eventuali variazioni dell’ambiente lunare sul suo DNA. La lenticchia d’acqua invece è considerata la pianta da fiore più piccola sulla Terra e cresce senza radici su superfici acquose rendendola ideale come eventuale fonte proteica facilmente coltivabile. Al termine della missione le piante verranno riportate sulla Terra per poter essere studiate a livello molecolare.

Si tratterebbe della prima volta che una pianta viene coltivata con successo sulla Luna. Il tentativo precedente durante la missione cinese Chang'e 4 nel 2019 era fallito dopo che una piantina di cotone era morta a seguito di un problema di termoregolazione della capsula spaziale.


denis venturi
Denis Venturi
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Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.
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