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Clima: il cibo che mangiamo rischia di alzare la temperatura del pianeta

Clima: il cibo che mangiamo rischia di alzare la temperatura del pianeta

Senza un taglio deciso delle emissioni del sistema alimentare rischiamo di non centrare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul surriscaldamento globale

Se nulla cambia nel sistema alimentare che porta il cibo sulle nostre tavole, presto vivremo su un pianeta più caldo. Quando riflette sui temi dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici, la maggior parte delle persone pensa subito all’industria e ai settori più legati all’uso dei combustibili fossili. Tuttavia, anche l’agricoltura e le aziende della trasformazione alimentare producono un impatto rilevante. A tal punto che senza interventi per limitarlo, il mondo non riuscirà a frenare il surriscaldamento globale e le sue conseguenze.

Agricoltura surriscaldamento globale

Obiettivi dell’Accordo di Parigi a rischio

In particolare, non sarà possibile rispettare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi: contenere l’aumento della temperatura mondiale ben al di sotto di 2°C rispetto ai livelli preindustriali (obiettivo a lungo termine) e puntare a limitare l'aumento a 1,5°C per prevenire i rischi e gli impatti dei cambiamenti climatici. In quel patto sono stati stabiliti dei budget dell’anidride carbonica (CO2) producibile per ogni singolo obiettivo. Se venissero sforati questi limiti, l’aumento della temperatura sarebbe inevitabile. Per rispettarli, come è noto, l’azione primaria è l’eliminazione della combustione di combustibili fossili. Non solo gli impianti industriali dalle ciminiere fumanti sono chiamati a cambiare.

I problemi dell’agricoltura

Anche l’agricoltura e le attività ad essa collegate devono limitare l’inquinamento prodotto. Capire, però, quanto il sistema alimentare inciderà sull’aumento delle temperature non è semplice. L’agricoltura, infatti, non deve fare i conti solo con la CO2, che rappresenta solo una piccola parte delle sue emissioni, ma anche con ossido di diazoto e metano, non considerati dai budget dell’Accordo: il primo deriva dall’uso di fertilizzanti (prodotti sintetici e letame) e il secondo legato agli allevamenti e alla coltivazione del riso. Entrambi hanno caratteristiche e tempi di permanenza in atmosfera diversi.

Una traiettoria pericolosa

Per calcolare la loro incidenza sul fenomeno del surriscaldamento, un gruppo di ricercatori dell’università di Oxford ha studiato un nuovo approccio che tratta in maniera diversa i gas che resistono meno a lungo in atmosfera rispetto alla CO2. Il metano, ad esempio, resiste “solo” dieci anni con effetti importanti di surriscaldamento nel breve termine.

Con questo nuovo sistema sono state poi elaborate delle previsioni sull’impatto del sistema alimentare tenendo presente diversi scenari: il passaggio a stili di alimentazione più sostenibili, la diminuzione dello spreco del cibo e il mantenimento dei livelli di produzione agricola attuali senza lo sfruttamento di altra terra. Considerando anche che la popolazione aumenterà e con essa la richiesta di cibo, i calcoli finali dei ricercatori dicono che proseguendo sull’attuale traiettoria il sistema alimentare porterà il pianeta a sforare il budget fissato per il contenimento della temperatura sotto gli 1,5 C° e consumerà gran parte della quantità prevista per l’obiettivo 2 C°.

Le soluzioni per rispettare l’impegno

Anche questo settore deve dunque cambiare per il bene del pianeta. Oltre all’abbandono dei combustibili fossili e l’introduzione delle fonti rinnovabili, è necessario un utilizzo più efficiente dei fertilizzanti e una più precisa pianificazione nella produzione agricola. L’ottimizzazione dei terreni sfruttati potrebbe liberare degli appezzamenti da convertire in foreste che aiutino ad assorbire la CO2 e a recuperare la biodiversità persa. Un contributo dovrà arrivare anche dai consumatori con il passaggio a diete più vegetariane e poco caloriche e la riduzione degli sprechi alimentari.


REDAZIONE
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Raccontare e spiegare cibo, sostenibilità, natura e salute. Un obiettivo più facile a dirsi che a farsi, ma nella redazione di inNaturale non sono queste le sfide che scoraggiano. Siamo un gruppo di giovani affiatati in cerca del servizio perfetto, pronti a raccontarvi le ultime novità e le storie più particolari.

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