Che cosa sostiene l’ipotesi Gaia?
Un unico immenso organismo che comprende e unisce indissolubilmente sia gli esseri viventi, che le componenti “fisiche” della Terra come l’atmosfera, l’idrosfera, la litosfera e la criosfera: questa è l’ipotesi Gaia o teoria di Gaia, sviluppata e sostenuta sul finire degli anni ’70 del ‘900 dal chimico britannico James Lovelock. Il suo nome prende origine da Gaia, la dea greca personificazione dell’interno pianeta.

Che cos’è l’Ipotesi Gaia?
Secondo l’Ipotesi Gaia così come visualizzata da James Lovelock, le componenti fisiche e biologiche della Terra formerebbero un complesso e intricato sistema in grado di interagire e auto-regolarsi in modo da mantenere le condizioni climatiche e chimiche ideali alla vita.
Il processo è anche noto come “omeostasi” ovvero la capacità di un organismo di mantenere costanti le proprie caratteristiche chimico-fisiche in un equilibrio globale. Per questo motivo l’Ipotesi Gaia è spesso descritta come un’ipotesi che considera l’intero pianeta come un unico gigantesco organismo in grado di regolare le proprie caratteristiche per continuare a mantenere la vita.
Una ipotesi affascinante
Nel corso degli anni l’Ipotesi Gaia ha raccolto reazioni contrastanti. L’idea della Terra come un unico immenso organismo vivente in grado di auto-regolare le proprie funzioni, sebbene non nuovo, ha finito per affascinare intere generazioni, stimolando l’immaginazione e riflessioni più o meno filosofiche e ambientaliste sul ruolo dell’uomo sulla Terra: non più da dominatore ma come parte di un insieme più ampio e strutturato. Non più da protagonista ma da comprimario.
Le critiche all’Ipotesi Gaia
Il mondo scientifico tuttavia rimane scettico nei confronti dell’Ipotesi Gaia e della Teoria di Gaia. Nel mondo accademico sono in molti a riconoscere all’ipotesi di Lovelock la capacità, originale per l’epoca, di pensare ai sistemi del pianeta come a sistemi tra loro non isolati ma interconnessi in una rete globale tanto complessa quanto delicata.
A supporto della teoria di Gaia tuttavia mancherebbero non solo prove empiriche, ma anche l’impianto teorico sarebbe difficilmente sostenibile. Nel corso degli anni inoltre l’ipotesi Gaia è stata utilizzata anche come strumento di negazionismo del cambiamento climatico, minimizzando l’impatto dell’uomo in un “superorganismo” capace comunque di auto-regolarsi anche di fronte all’impatto industriale estremo.

Raccontare e spiegare cibo, sostenibilità, natura e salute. Un obiettivo più facile a dirsi che a farsi, ma nella redazione di inNaturale non sono queste le sfide che scoraggiano. Siamo un gruppo di giovani affiatati in cerca del servizio perfetto, pronti a raccontarvi le ultime novità e le storie più particolari.
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