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Ecco come caldo e povertà uccidono in India

Ecco come caldo e povertà uccidono in India

Nella città di Jaisalmer in India le temperature, l'anno scorso, raggiunsero i 52.4°C, facendo registrare un record alquanto preoccupante. Questo episodio è solo l’ultimo di una lunga serie, i cui esempi più vicini in termini di tempo sono quelli dell’ultimo quinquennio, con più di 1500 morti ricollegabili alle ondate di caldo.

Anatomia di un'ondata di caldo

Un nuovo studio pubblicato su Science Advances analizza l’innalzamento delle temperature in India tra il 1960 e il 2009. Per questa ricerca sono stati utilizzati i dati dell’India Meteorological Department, i cui risultati dimostrerebbero che un lieve aumento globale delle temperature, anche di soli 0.5°C, comporti il rischio di morti legate al caldo. Quindi non solo siccità, inondazioni, perdite di raccolto, ma anche problemi per la nostra stessa salute.

Analizzando le temperature che vanno da aprile a settembre di quei 59 anni i ricercatori hanno definito quattro diverse proprietà per le ondate di caldo: l’intensità accumulata, il loro numero annuale, la durata media e i giorni. L’aumento maggiore è stato registrato nelle zone meridionali e occidentali del Paese con un numero di episodi più alto del 50% tra il 1985-2009 e una estensione della durata media e dei giorni del 25% nella maggior parte del Paese.

Come il caldo uccide in India

Il passo successivo è stato quello di capire come si collegassero le ondate di calore e i decessi. I risultati, confrontati anche con mappe geotermiche, dimostrano come le aree più povere del Paese siano anche quelle più soggette a morti legate al caldo. La relazione tra reddito e salute è addirittura più forte che tra condizioni fisiche e salute: i più deboli non sono solo gli anziani, ma anche giovani e donne. Dai dati della Banca Mondiale, il 23.6% della popolazione indiana vive con meno di 1.25$ al giorno e il 25% di questi non ha nemmeno accesso all’energia elettrica e neppure all’assistenza medica.

Quest’ultimo è tra i fattori che incide maggiormente, soprattutto a causa degli effetti negativi che ha il caldo sul nostro apparato cardiocircolatorio. La semplice aria condizionata, che permetterebbe a molti di ripararsi durante le ore più calde della giornata, è un bene di lusso che in pochi possono permettersi. La correlazione è dimostrata dal fatto che questi episodi colpiscono anche aree più ricche del Paese, ma i decessi registrati sono nettamente inferiori.

E il resto del mondo?

Un altro studio del 2010 pubblicato su Journal of Epidemiology and Community Health prendeva in esame la città di Hong Kong e giungeva alle stesse conclusioni: l’aumento delle temperature, superata la soglia media dei 28.2°C, diventano un pericolo per la salute. Anche in Giappone, le zone più colpite sono le aree urbane più povere, prive di servizi di assistenza basilari. La soglia di mortalità presentata in questo studio è simile ad altre parti del mondo, come Bangkok (29°C), Chiang Mai (28°C) and Delhi, India (29°C).

L’innalzamento delle temperature a livello globale sta colpendo maggiormente i Paesi in via di sviluppo come l’India, senza risparmiare Africa, Sud America, Medio Oriente e Asia Meridionale. Per la fine del secolo ci si aspetta un aumento delle temperature, come abbiamo raccontato in un altro articolo, almeno di 5.5°C e possiamo solo immaginare quali potrebbero essere le conseguenze: siccità, inondazioni, peggioramento della qualità dell’aria e aumento del consumo di energia elettrica, sono solo alcune delle minacce che potremmo dover affrontare in futuro.

Fonti: advances.sciencemag.org - nytimes.com - jech.bmj.com - earthobservatory.nasa.gov - news.nationalgeographic.com


Carlotta Pervilli
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Laureata in Storia, ma appassionata di giornalismo. Disorientata tra conflitti mondiali e ambiente, resta certa solo di una cosa: l’essere curiosa.
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