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Brexit: i cibi a cui gli inglesi diranno addio

Brexit: i cibi a cui gli inglesi diranno addio

Con la Brexit ci saranno dei cibi a cui gli inglesi diranno addio, almeno nel caso di uno scenario di interruzione commerciale con l’Europa. Ecco di quali alimenti dovrebbero fare scorta.

La Brexit potrebbe significare un addio forzato ad alcuni cibi da parte degli inglesi. Questo accadrebbe nel caso in cui il Regno Unito, dopo l’uscita dall’UE non riuscisse a mantenere con essa gli accordi di libero mercato. Ciò renderebbe necessaria una corsa ai ripari da parte dei sudditi della Regina, che dovrebbero riempire le loro dispense con tutti quegli alimenti non deperibili fino ad ora importati dall’Europa, pena delle importanti mancanze in cucina.

I cibi a cui gli inglesi dovranno rinunciare

Il Regno Unito attualmente produce solo la metà di quello che consuma, e se si parla di alimenti freschi, ben il 40% di quelli presenti oltremanica proviene dall’UE. Questo comporta che nel caso di una no-deal Brexit - come viene definito dagli inglesi lo scenario di un’uscita dall’Europa senza il raggiungimento di un accordo commerciale - le tavole dei britannici risulteranno decisamente più povere.

Ciò comporta che, per quanto possa sembrare isterica e iperbolica, l’idea di rifornire le proprie dispense di prodotti europei non deperibili potrebbe non essere così stupida per gli inglesi. Infatti, se per quanto riguarda farina, avena, zucchero, sale e aceto non dovrebbero esserci problemi, in quanto prodotti anche sul territorio nazionale, per alimenti quali olio di oliva, pasta, peperoni, riso, erbe, spezie e molti altri, invece, la questione è diversa. Senza contare la frutta e i prodotti freschi.

Brexit, come affrontarla in cucina

Gli inglesi potrebbero optare per un flusso commerciale più intenso con gli Stati Uniti per affrontare la crisi dell'approvvigionamento europeo, questo però significherebbe importare molti alimenti decisamente meno salutari di quelli continentali. L’opzione migliore, come anticipato, risulta riempire la dispensa almeno con i prodotti non deperibili, fin quando sarà ancora possibile. Sperando che tutto risulterà superfluo e che non si arrivi mai ad una situazione di quel tipo.

Tuttavia, anche nel caso si presentasse la sventurata ipotesi, per quanto il Regno Unito non produca il cibo che effettivamente consuma, non significa che non potrebbe farlo. Prevedibile sarebbe quindi un importante incremento agricolo. Senza contare che si son già visti esempi di ferma decisione a contare solo sulle proprie forze: come nel caso del bando allo Champagne da parte dei pub Wetherspoons. Lo scenario è variegato e preoccupante, ma solo il futuro potrà rispondere a tutti gli interrogativi e sanare tutti i dubbi. Per ora, vale la pena dirlo: Dio salvi la Regina e le tavole degli inglesi!


Fabrizio Inverardi
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Chitarrista, motociclista, da sempre appassionato di scienza, tecnica e natura. Sono laureato in Psicologia del Lavoro e della Comunicazione. Curioso per natura amo i viaggi, il buon vino e scoprire cose nuove. Da qualche anno nel settore del marketing digitale e della comunicazione.
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Chitarrista, motociclista, da sempre appassionato di scienza, tecnica e natura. Sono laureato in Psicologia del Lavoro e della Comunicazione. Curioso per natura amo i viaggi, il buon vino e scoprire cose nuove. Da qualche anno nel settore del marketing digitale e della comunicazione.
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