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Arriva la moda dei bar analcolici

Arriva la moda dei bar analcolici

La storia dei bar analcolici è cominciata attorno a chi ha dovuto dire no all’alcol in maniera definita, ma nel tempo sta diventando un genere di locale alla moda per una clientela variegata.

I bar analcolici, conosciuti anche come sobriety bar o nonalcoholic bar, sono cominciati a nascere qualche anno fa, nella maggior parte dei casi da imprenditori usciti da una dipendenza dall’alcol. L’idea era di creare un locale che potesse accogliere chi aveva detto definitivamente no agli alcolici, in modo naturale e piacevole, senza giudizi di sorta. Col passare del tempo però i bar analcolici si stanno trasformando in una moda, a cui i clienti più disparati possono cedere senza remore.

Cosa si beve in un bar analcolico

La domanda può arrivare spontanea: ma cosa si beve esattamente nei bar analcolici? Al Vena’s Fizz House, a Downtown Portland nel Maine, si può provare il «The Pear Drop» fatto con purea di pere, tonica di pera, lime, rosmarino e amari analcolici. Per chi ama i sapori più esotici, il «The Bangladesh Express» mixa sapientemente crema di cocco, arancia rossa, lime, peperoncino e amari analcolici.

In generale è molto facile trovare prodotti come il tè kombucha, latti fermentati in stile kefir, sciroppi e toniche fatte in casa con frutta fresca possibilmente biologica, ananas fermentato e moltissimi altri prodotti completamente privi di alcol. La ricerca di una materia prima di altissima qualità, amari analcolici fatti in casa, sciroppi autoprodotti, abbinamenti ricercati, sono tutti assi nella manica dei bar analcolici.

Bar analcolici da Dublino a New York

Negli Stati Uniti ordinare un cocktail analcolico - mocktail in gergo - equivale spesso ad attirare occhiate di scherno da tutti gli avventori dei locali. Del resto rimane ancora oggi un velo di machismo a coprire la bevuta al bar, e chiedere un drink senza alcol viene spesso considerato svilente.

In pieno e aperto contrasto con questo modo di pensare i bar analcolici hanno iniziato a proliferare in diverse parti del mondo, da Dublino a New York, trasformando il cocktail analcolico in un’esperienza gourmet.

Se i primi locali di questo genere avevano aperto per essere un rifugio per gli astemi, oggi sono considerati di moda, punti di riferimento per chi sposa la filosofia della qualità artigianale senza dover passare per forza da una birra, un vino o un liquore.


REDAZIONE
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Raccontare e spiegare cibo, sostenibilità, natura e salute. Un obiettivo più facile a dirsi che a farsi, ma nella redazione di inNaturale non sono queste le sfide che scoraggiano. Siamo un gruppo di giovani affiatati in cerca del servizio perfetto, pronti a raccontarvi le ultime novità e le storie più particolari.

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