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Antartide, l'ecosistema locale a rischio: colpa di turisti, pescatori e scienziati

Antartide, l'ecosistema locale a rischio: colpa di turisti, pescatori e scienziati

Isolato per milioni di anni l’ecosistema dell’Antartide sarebbe a rischio a causa dell’attività navale cresciuta costantemente negli ultimi decenni

L'Oceano Australe attorno all'Antartide è l'ambiente marino conosciuto più isolato della Terra: è in grado di supportare un mix unico di specie animali e vegetali ed è l'unica regione marina mondiale senza specie invasive conosciute. Eppure, l'aumento dell'attività navale in questa regione sta aumentando la minaccia di introduzione accidentale di specie non autoctone. Le specie locali in questa area del pianeta sono rimaste isolate per decine di milioni di anni ma ora l’attività costante dell’uomo rischia di introdurre nuove specie contro cui gli abitanti dell’ecosistema dell’Antartide non hanno difese.

ecosistema antartide
Foto: SarahNic @Pixabay

Ecosistema dell’Antartide a rischio contaminazione

Fino ad oggi si riteneva che solo una piccola quantità di navi e porti fossero collegati al continente più meridionale. Tuttavia, secondo una ricerca dell’Università di Cambridge e del British Antarctic Survey, l’Antartide sarebbe collegata in modo diretto a una rete di 1581 porti sparsi per tutto il pianeta. Pesca, turismo, ricerca e navi da rifornimento starebbero esponendo il continente a specie invasive che minacciano un delicato sistema fino ad ora incontaminato. Le specie viaggerebbero a bordo o sulla chiglia delle navi in sosta o in transito. Proprio a causa della sua posizione remota e isolata, molti gruppi di specie di flora la fauna che abitano l’ecosistema dell’Antartide non hanno sviluppato la capacità di tollerare l’introduzione di specie invasive. Questo contatto indesiderabile potrebbe portare al collasso del sistema.

In Antartide arrivano navi da tutto il mondo

A preoccupare gli scienziati britannici sul destino dell’ecosistema dell’Antartide sarebbe il movimento di specie da un polo all’altro. Le specie già adattate agli ambienti freddi delle regioni artiche possono compiere il loro viaggio sulle navi turistiche o da ricerca che trascorrono l’estate al Polo Nord prima di attraversare l’Atlantico e visitare l’Antartide nel suo periodo estivo. I ricercatori hanno scoperto in particolare come i pescherecci che operano nelle acque antartiche partono da una rete ristretta di porti, ma le navi turistiche e quelle di rifornimento per gli scienziati presenti sul continente arrivano letteralmente da ogni angolo del mondo. Tuttavia, proprio i pescherecci resterebbero nelle acque antartiche per periodi più lunghi. Ricerche precedenti hanno dimostrato come proprio i soggiorni più lunghi aumentano la probabilità di introduzione di specie invasive.

Servono misure più stringenti

Le misure di biosicurezza per proteggere l’ecosistema dell'Antartide si concentrano si un piccolo gruppo ristretto di porti dove viene effettuata la pulizia degli scafi. Eppure, come dimostrato dal team di ricerca, i porti e le navi interessate sarebbero decisamente di più. Con i nuovi dati in possesso i ricercatori invitano ad una nuova serie di protocolli più stringenti per proteggere le acque dell’Antartide da specie invasive. Il rischio non è solo ecologico ma anche economico: l’introduzione di nuove specie rischierebbe infatti di compromettere attività come la pesca del krill negli oceani meridionali, una componente fondamentale del per l’industria dell'acquacoltura mondiale.


denis venturi
Denis Venturi
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Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.
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