Alzare di soli 3°C la temperatura per i surgelati consentirebbe un taglio delle emissioni senza compromettere il cibo.
Alzare di 3°C la temperatura di conservazione dei surgelati può rendere l’intera catena del freddo più sostenibile e tagliare una grande quantità di emissioni a livello globale, il tutto senza compromettere la qualità e la sicurezza degli alimenti. Ne è convinto un team internazionale di esperti che ha mostrato come il minimo aumento della temperatura nella catena del freddo contribuirebbe a tagliare le emissioni fino a 17,7 milioni di tonnellate di anidride carbonica all'anno.
A che temperatura vengono conservati i surgelati durante il trasporto?
Di solito i surgelati vengono conservati alla temperatura di -18°C o addirittura inferiore. Una temperatura così bassa consente di mantenere gli alimenti congelati in sicurezza e a lungo, preservando la freschezza e le proprietà organolettiche. La bassa temperatura rallenta il deterioramento riducendo la crescita batterica e prevenendo la decomposizione. Dopo essere stati surgelati, gli alimenti vengono mantenuti a basse temperature durante il trasporto e la distribuzione in quella che è nota come «catena del freddo».
Impatto ambientale della catena del freddo
Secondo quanto riportato dagli esperti dell’UNEP, il programma delle Nazioni Unite per il Clima, la catena del freddo e il mantenimento di temperature così basse durante i trasporti su lunghe distanze hanno un impatto ambientale notevole. A livello globale si stima che la catena del freddo alimentare contribuisca da sola a circa il 4% di tutte le emissioni globali di gas serra.
Come ridurre le emissioni dei surgelati?
Secondo quanto pubblicato dagli esperti dell’Università di Birmingham, dell’Istituto Internazionale del Freddo e dell’Università di Londra South Bank, nel loro rapporto «Tre gradi di cambiamento», l’innalzamento della temperatura di surgelamento da -18°C a -15°C consentirebbe il taglio a livello globale di 17,7 milioni di tonnellate di CO2, tanto quanto il traffico veicolare prodotto in un anno da 4 milioni di auto.
Gli standard dell’industria del freddo non sono aggiornati da quasi un secolo. La temperatura di -18°C, ad esempio, è stata fissata nel 1930 quando la comprensione degli effetti della tecnologia di surgelamento era agli inizi e da allora non è mai stata cambiata. Secondo Leyla Sayin, vicedirettrice del Centro per il Raffreddamento Sostenibile che raggruppa esperti di tutti i settori, attualmente la catena del freddo sarebbe responsabile di un «sovra-surgelamento», raffreddando più del necessario e complicando inutilmente il processo con costi elevati sia per l'ambiente sia per l'economia: «È perfettamente sicuro surgelare gli alimenti a una temperatura più alta di -15°C e ciò non solo taglierebbe le emissioni ma renderebbe anche più facile la gestione della catena del freddo dal raccolto alla consegna, soprattutto nei climi più caldi».