Pulire il decanter non è un’operazione semplice, spesso richiede molta pazienza e delicatezza. Abbiamo raccolto qualche trucco e un paio di prodotti che potrebbero tornarvi utili.
Il buon intenditore saprà che ogni vino vuole il suo bicchiere, in modo da potergli far sprigionare tutti i profumi e qualità organolettiche. I modelli sono moltissimi, oggi vi spieghiamo come orientarvi.
Il glögg è una sorta di vin brulé svedese, da sempre caratteristico del periodo di Natale e perfetto per scaldarsi durante il rigido inverno del nord Europa. E sì, perfino Ikea ha la sua ricetta ufficiale.
Negli ultimi anni sono stati progettati dei sommelier robot dotati di una tecnologia che è in grado di analizzare le proprietà di un vino e di determinarne anche la provenienza.
Il decanter, come suggerisce il nome, serve a far decantare i vini. Ma quali vini hanno bisogno di questo procedimento prima di essere serviti? Vediamo di fare un po’ di chiarezza.
Da sempre caratteristico del freddo inverno, il Vin Brulé accompagna la neve e scalda meglio di un piumone. Ma sapevate che ne esiste anche una versione bianca?
Siamo abituati a strafare con la Magnum, una bottiglia da 1,5 litri, ma queste sono appena un ventesimo della bottiglia più grande impiegata per conservare il nostro vino preferito. Ecco tutti i 15 formati di bottiglie all'appello.
Sciabolare lo champagne. Quando il tappo che vola per la stanza non è abbastanza per la vostra sete di spettacolo meglio il colpo secco di una sciabola. Oggi vi spieghiamo come è eseguito un perfetto sabrage.
Vini prodotti sfruttando le basse temperature di determinate zone climatiche, che esaltano le caratteristiche delle uve, affascinando con il loro metodo di produzione.
Una startup americana ha ideato un dispositivo per eliminare i solfiti dal vino e permettere anche a chi è allergico di godersi un buon bicchiere di vino senza conseguenze. Basta mal di testa del giorno dopo.
L'ambizione di trovare un luogo che sia il più naturale possibile per far invecchiare il vino ha portato a curiose sperimentazioni subacquee, con il successo anche di qualche realtà italiana.
Si chiama Canavì ed è il primo vino alla cannabis d’Italia e dell’Europa stessa. Prodotto nelle Marche, richiede un po’ di chiarimenti: secondo la legge non potreste chiamarlo «vino».
Due metodi produttivi, vanto della tradizione vinicola italiana, che producono risultati spesso distanti fra loro, ognuno capace di esaltare particolari caratteristiche enologiche e stili produttivi.
Quando si parla di Oktoberfest, tutto ci viene in mente tranne il vino. Siamo stati a Monaco di Baviera a visitare la festa della birra più famosa del mondo e abbiamo scoperto nientemeno che l’esistenza di un’intera tenda dedicata proprio al nostro nettare d’uva preferito!
In attesa dell'ottava e ultima stagione meglio affogare i dispiaceri in una bella coppa di vino, meglio se Arbor Gold. Ecco una rapida guida per orientarsi tra le etichette della serie.
L’uso in etichetta di termini tecnici confonde costantemente gli appassionati del mondo enoico. Definizioni in bilico tra attente tecniche di produzione e filosofie che sconfinano nell’esoterismo.
Il terreno che caratterizza le pendici dei vulcani è unico nel suo genere, ricco di nutrimenti unici con il quale le viti possono esprimere tutto il loro potenziale.
Il futuro di questa rinomata regione vitivinicola sembra proiettarsi verso il biologico, e potrebbe avere tutte le carte in regola per farlo.
Bene o male ognuno di noi ha sentito parlare di solfiti, quelle sostanze non meglio precisate contenute nel vino ma il cui scopo e l’origine precisa la maggior parte delle volte ci sfuggono.
Una nicchia che raccoglie estimatori in tutto il mondo, produttori che hanno trasformato una piaga dei vigneti in una qualità inimitabile attraverso un’attenta lavorazione.