Abbassare il termostato per ridurre la dipendenza da gas può far risparmiare?
La crisi del panorama energetico emersa a causa del conflitto in Ucraina ha messo sempre più in luce i rischi dovuti alla dipendenza energetica dell’Europa. Se è chiara per tutti la necessità di accelerare il processo di transizione verso fonti di energia rinnovabili, il processo non può certamente avvenire dall’oggi al domani. Ecco perché alcune strategie da applicare nel breve termine come abbassare il termostato, possono aiutare a far risparmiare, sia nella bolletta del gas del singolo utente, sia per l’intera Europa. Ma quanto è efficace abbassare il riscaldamento?
Perché abbassare il termostato per risparmiare sul gas
Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia la temperatura media nelle case e negli uffici europei in inverno è al di sopra dei 22°C. Una temperatura al limite dell’estivo. Tra i 10 punti individuati dall’AIE per ridurre la dipendenza dal gas ci sarebbe l’incoraggiare i cittadini del continente ad abbassare il termostato. Ridurre la temperatura di solo 1°C porterebbe a far risparmiare al continente qualcosa come 10 miliardi di metri cubi di gas all’anno, oltre a tagliare notevolmente sui costi della bolletta. Si tratta di quasi il 7% del volume di gas importato dalla Russia per un solo grado in meno in casa.
Altri metodi per ridurre i consumi
Ci sono altri metodi per tagliare i consumi di energia oltre che abbassare il termostato. Per risparmiare sulla bolletta del gas in una situazione di emergenza è possibile, ad esempio anche ridurre il tempo di cottura ai fornelli cucinando alimenti che richiedono cotture più brevi, o ancora prestare particolare attenzione a non lasciare luci accese, limitare il tempo davanti alla TV magari leggendo un libro, limitare gli spostamenti in automobile a quelli strettamente necessari.
Secondo quando riportato sulla rivista The Conversation, si tratta di strategie che in passato hanno dimostrato particolare successo quando accompagnate da campagne di sensibilizzazione. In situazione di emergenza ad esempio i cittadini dell’Alaska sono riusciti a tagliare i consumi del 40% in poche settimane. Dopo il disastro di Fukushima i consumatori giapponesi sono riusciti a ridurre i consumi del 12%. Con un poco di attenzione in più, è possibile.
Serve un piano a lunga scadenza
Se è vero che abbassare il termostato e sopportare temperature leggermente più rigide in inverno può far risparmiare tagliando i consumi nel breve termine, per eliminare la dipendenza delle fonti energetiche serve un piano a più ampio respiro. Secondo l’AIE un passaggio obbligato per le abitazioni europee sarebbe la graduale sostituzione delle caldaie a gas con pompe di calore che offrono un modo molto efficiente ed economico per riscaldare gli ambienti.
Un’altra priorità a lungo termine è la diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico, l’introduzione di un sistema di stoccaggio del gas e soprattutto la transizione verso progetti di energia eolica ed energia solare per decarbonizzare le fonti energetiche e garantire un sistema più flessibile.
