Agenda 2030: il punto sull’obiettivo 2, sconfiggere la fame
Le Nazioni Unite hanno sancito nell’Agenda 2030 che il concetto di sostenibilità è legato alla necessità di sconfiggere la fame nel mondo, obiettivo 2 di 17. Il target stabilisce che perseguire la sicurezza alimentare è una priorità e che, per farlo, è necessario puntare su una produzione agricola che non gravi sul pianeta o sugli individui. In Italia e nel mondo i dati mostrano che i progressi non mancano, ma lo stesso vale per le criticità.
In cosa consiste l’obiettivo 2 dell’Agenda 2030 che mira a sconfiggere la fame?
L’obiettivo 2 dell’Agenda 2030 recita testualmente che le Nazioni Unite mirano a: “Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un'agricoltura sostenibile”. Questa ambiziosa strada implica che vengano raggiunti una serie di concreti traguardi. Entro il 2030 si punta a garantire a tutta la popolazione mondiale, in particolare alle fasce più vulnerabili, l’accesso a un’alimentazione sana e sufficiente per tutto l’anno.
Entro il 2025 dovrebbero già essere compiuti passi avanti importanti nella lotta alla malnutrizione fra bambini al di sotto dei 5 anni di età, adolescenti, ragazze in gravidanza o allattamento e anziani. Tutto ciò passa necessariamente dalla messa a punto di pratiche agricole resilienti e da percorsi di formazione che coinvolgano i produttori, a cui deve essere garantito un coerente accesso alle risorse.
Obiettivo 2 dell’Agenda 2030: sconfiggere la fame in Italia
I dati raccolti da ASviS su come procede la corsa all’obiettivo 2 dell’Agenda 2030 in Italia trasmettono un quadro ambiguo. Nel nostro Paese la sicurezza alimentare non è spesso vista come un problema. Nell’ultimo biennio, però, il 32% delle famiglie dichiara di aver avuto almeno in qualche occasione difficoltà a sostenere gli acquisti alimentari. Tra il 2015 e il 2022 il numero di persone che mangia in modo salubre, consumando 4 porzioni di frutta e verdura al giorno, è diminuito, passando dal 18.8% al 16.8%.
Risulta cresciuto, invece, il numero di individui che seguono uno stile di vita sedentario. Dal punto di vista agricolo sono, però, in aumento le superfici utilizzate per coltivazioni biologiche, che ammontano, ormai, al 17.4% del totale. L’uso di fertilizzanti e prodotti fitosanitari è diminuito tra 2020 e 2021 del 2.2% e anche le emissioni legate al settore sono in calo.
Obiettivo 2 dell’Agenda 2030: come sconfiggere la fame
Per arrivare a sconfiggere la fame nel mondo, e raggiungere quindi l’obiettivo 2 dell’Agenda 2030, sono necessari provvedimenti di vario tipo. Per quanto i dati sul settore agricolo siano in rapido miglioramento, è necessario un impegno ancora maggiore, a livello nazionale e internazionale, per promuovere l’agricoltura di prossimità. Puntare sulla circolarità è altrettanto importante e per farlo non si può che passare da una riduzione degli sprechi significativa.
Le superfici destinate alle coltivazioni biologiche dovrebbero arrivare al 25% del totale entro il 2030 e ciò permetterebbe di garantire alla popolazione l’accesso a cibi di qualità. Anche la riduzione dell’impiego di fertilizzanti deve diminuire, fino a toccare quota -20%. In tale ottica gli investimenti su innovazione, ricerca e sviluppo assumono un ruolo di primaria importanza.
Raggiungere l’obiettivo 2 dell’Agenda 2030, e quindi sconfiggere la fame nel mondo, risulta tutt’altro che semplice. Guardando all’ultimo report ASviS l’Italia, nel panorama europeo, si colloca al terzo posto per progressi nel goal. Solo il 19% delle persone, però, secondo i sondaggi, considera la lotta alla malnutrizione un obiettivo prioritario. Sono, poi, ancora molto elevate le disuguaglianze e, nel nostro Paese, la disparità tra Nord e Sud resta importante.
