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Cantucci: origine e storia dei famosi biscotti

Cantucci: origine e storia dei famosi biscotti

L’origine dei cantucci è antica e la ricetta dei noti biscotti è ormai legata alla tradizione toscana, che li ha trasformati in un classico.

Cantucci e Vin Santo sono diventati un classico di fine pasto in molte regioni d’Italia, ma l’origine del biscotto è indissolubilmente connessa alla tradizione toscana. Questi biscotti, sul cui nome non mancano le teorie, rappresentano l’emblema della gustosa semplicità, anche se la loro ricetta, dalla lunga storia, ha subito nel tempo molte modifiche. Le possibili modalità per gustarli sono, poi, svariate.

Cantucci: origine e storia dei famosi biscotti
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Origine dei cantucci 

Per scoprire l’origine dei cantucci è necessario fare un salto indietro nel tempo. Pare, infatti, che degli antenati di questi biscotti venissero preparati già nel XVI secolo e fossero particolarmente apprezzati alla corte dei Medici. Il prodotto era, però, all’epoca, privo di mandorle

La prima definizione ufficiale della preparazione viene data nel 1691 dall’Accademia della Crusca. I cantucci sono descritti come: “Biscotto a fette, di fior di farina, con zucchero e chiara d’uovo”. La prima ricetta è stata, però, redatta nel 1779 dall’erudito pratese Antonio Bladanzi ed è ancora oggi conservata nell’Archivio di Stato della città.

Dall’origine alla storia dei cantucci 

I cantucci hanno riscosso grande successo fin dalla loro origine. Alla fortuna degli oggi noti biscotti ha contribuito nell’800 anche il pasticcere di Prato Antonio Mattei. Egli ha, infatti, rivisitato la ricetta originale, aggiungendo le mandorle. La sua creazione è stata presentata all’Esposizione Universale di Parigi del 1867, dove ha ricevuto una menzione d’onore. Nel Novecento i cantucci hanno iniziato, così, a essere prodotti su larga scala. 

Nel 2016 i biscotti hanno ottenuto il riconoscimento IGP, che comprende l’intero territorio amministrativo della Toscana. Oggi il disciplinare prevede che i cantucci propriamente detti non possano pesare meno di 15 grammi l’uno. Lo spessore non deve, poi, superare i 2.8 centimetri e il contenuto di mandorle non può essere inferiore al 20%.

Cantucci: dall’origine al perché si chiamano così 

La storia dei cantucci non fa purtroppo completa chiarezza su quale sia l’origine del nome dei famosi biscotti. Secondo alcuni questo sarebbe riconducibile alla parola latina “cantellus”. Questa avrebbe indicato ai tempi dei Romani una sorta di galletta salata che i soldati erano soliti consumare durante le campagne militari. La traduzione potrebbe essere “fetta di pane”. 

Altre teorie guardano, invece, al termine “canto”, usato per definire un angolo riposto o una piccola porzione di qualcosa. In questo caso la definizione farebbe, chiaramente, riferimento alla forma tipica dei biscotti.

Per quanto i cantucci siano cambiati dalla loro origine, la ricetta con cui si realizzano rimane un concentrato di semplicità e gusto. Gli ingredienti previsti sono, infatti, esclusivamente: farina, burro, zucchero, mandorle, uova e poco lievito. L’abbinamento più classico è quello che vede i biscotti consumati con il Vin Santo, ma le golosità possono essere gustati anche in purezza. Il fatto che le esportazioni abbiano portato le leccornie anche negli Stati Uniti e in Giappone, ha sdoganato persino la pratica di accostarle a e caffè.


Alice Facchini
Alice Facchini
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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