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Simbologia del gatto: significati tra storia e mito

Simbologia del gatto: significati tra storia e mito

Per la sua capacità di vedere nell’oscurità, da sempre si è sviluppata una considerevole simbologia attorno al gatto

I gatti sono animali notturni noti per la loro capacità di vedere attraverso le tenebre. Per questo sono da sempre considerati esseri lunari. Nel corso dei secoli e a seconda del luogo e della civiltà di riferimento, la simbologia del gatto si è arricchita di diversi significati, derivanti da fatti storici realmente accaduti e da leggende. Ecco cosa simboleggia questo animale.

simbologia gatto

Simbolo di fertilità divina

Nelle rappresentazioni pittoriche ecclesiastiche il gatto compariva spesso nelle scene legate alla natività sacra, per esempio la nascita della Vergine Maria. Questo concetto deriva in realtà dalla simbologia pagana, che associava il gatto a dee dell’amore e della fertilità. Il gatto, quindi, è simbolo del femminile, come nella cultura indiana, dove affiancava la dea della nascita Shasti. Nella civiltà egizia la dea Bastet aveva sembianze di gatto ed era simbolo di vita, maternità e prosperità. Infine la Dea dei Serpenti nella mitologia greca, la cui simbologia era legata alla fertilità e alla natura, aveva in testa un gatto.

La simbologia del gatto all’interno della Chiesa

La Chiesa ha da sempre un rapporto controverso con il gatto. Se, da un lato, come abbiamo visto, i piccoli felini venivano raffigurati nelle annunciazioni e nelle natività sacre, dall’altro raffiguravano il tradimento e l’inganno. Spesso, infatti, nelle raffigurazioni dell’Ultima Cena un gatto veniva posizionato nelle vicinanze di Giuda. Narra la leggenda che la Vergine Maria amasse i gatti, tanto da lasciare una M impressa sulla fronte di un gatto europeo dopo averlo baciato. Infine i gatti grigi certosini si chiamano così, sembrerebbe, perché in Terrasanta, di cui erano originari, abitavano nelle certose, che ripulivano dai gatti.

Il gatto del focolare

La Chiesa, però, associò il gatto anche all’occulto e all’arte magica. Nei quadri che rappresentano alchimisti all’opera è sempre presente un gatto, proprio perché animale magico. Il cosiddetto gatto del focolare si posizionava accanto al fuoco non tanto per scaldarsi, quanto per assorbirne l’energia e aumentare la propria potenza e le proprie doti magiche. Anche le streghe sono spesso raffigurate in compagnia di gatti neri, motivo per cui sia le une che gli altri furono perseguitati nel periodo dell’Inquisizione, proprio a causa delle loro virtù magiche.

I gatti e l’Oltremondo

In particolare i Celti attribuivano ai gatti un significato di guardiani dell’Aldilà. Anche gli Antichi Egizi consideravano i gatti come guide per l’Oltremondo. Avevano infatti il ruolo di accompagnare le anime dei defunti dopo la morte. In molte culture, prima di arrivare alla luce ed eventualmente reincarnarsi in una nuova vita terrena, le anime devono attraversare il buio. Probabilmente questo ruolo fu attribuito ai gatti proprio per via della loro vista molto fina, che permetteva loro di individuare anche nell’oscurità eventuali bestialità e creature maligne, segnalandone il pericolo.


Erika Barani
Erika Barani
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Interprete e Traduttrice Laureata in Linguistica Inglese, da sempre mi interesso di tematiche ambientali e amo gli animali: da loro ho imparato il rispetto per la natura e per tutti gli esseri viventi.
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