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Il 26% della foresta amazzonica è perduto per sempre, dice un rapporto

Il 26% della foresta amazzonica è perduto per sempre, dice un rapporto

Ampie parti della foresta amazzonica potrebbero non ricrescere più, triste notizia arrivata in concomitanza con la Giornata Mondiale dell’Amazzonia 2022

L’opera di deforestazione dell’Amazzonia da parte dell’uomo avrebbe raggiunto il punto di non ritorno: ampie parti della foresta amazzonica avrebbero perso la capacità di rigenerarsi in autonomia condannando il terreno a trasformarsi in savana. È l’allarme lanciato da un gruppo di ricerca che coinvolge le 9 nazioni toccate dalla foresta. Presentato al quinto summit delle popolazioni indigene in Perù in occasione della Giornata Mondiale dell’Amazzonia, il rapporto lascia tinte fosche sul futuro del più grande polmone verde del pianeta.

foresta amazzonica
Foto: Tom Fisk @Pixabay

Una parte della foresta amazzonica è perduta per sempre

È una questione di umidità. Secondo i ricercatori al raggiungimento di una certa soglia di deforestazione, la foresta amazzonica non sarebbe più in grado di mantenere l’umidità necessaria per generare le piogge indispensabili al suo stesso sostentamento. L’assenza di precipitazioni genererebbe quindi una reazione a catena che porterebbe la più grande foresta del mondo a trasformarsi gradualmente in savana. Quanta foresta sia necessario perdere per raggiungere questo scenario apocalittico ancora non è chiaro, ma secondo i ricercatori non sarebbe uno scenario lontano. Al contrario, sarebbe un processo già in atto in diverse aree chiave della foresta.

Da foresta amazzonica a savana

Secondo il rapporto, ad oggi solo il 33% della foresta amazzonica rimane intoccato dalla mano dell’uomo mentre il 41% mostra segni di degrado limitato e potrebbe essere in grado di auto-rigenerarsi se lasciato al proprio destino. Ma a preoccupare i ricercatori è l’ampia fetta di foresta amazzonica, il 26%, che sarebbe ormai già troppo compromessa e incapace di rigenerarsi da sola. Di questa parte di foresta il 20% sarebbe perduto in modo irrimediabile e solo il 6% sarebbe salvabile con intervento diretto dell’uomo.

La trasformazione della foresta amazzonica in savana sarebbe già visibile in ampie zone del Brasile e della Bolivia, le due nazioni responsabili da sole di quasi il 90% della deforestazione. Secondo il rapporto negli ultimi 20 anni le precipitazioni sarebbero diminuite del 17% in ampie zone della Bolivia mentre le temperature sarebbero aumentate di 1,1 °C.

Un patto per salvare l’Amazzonia

Preservare ciò che rimane della foresta amazzonica e ripristinare il poco che è possibile ripristinare è l’obiettivo delle organizzazioni indigene che si appellano alla comunità internazionale per la stipula di un patto di tutela dell’Amazzonia. La speranza è quella di riuscire a rendere almeno l’80% della foresta amazzonica area protetta entro il 2025. Una sfida monumentale considerando che, al momento, solo il 74% della foresta originale rimane e azioni urgenti sarebbero necessarie per ripristinare il restante 6% prima che anch’esso sia perduto per sempre.


denis venturi
Denis Venturi
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Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.
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