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I pappagalli di Porto Rico sviluppano un proprio dialetto

I pappagalli di Porto Rico sviluppano un proprio dialetto

I pappagalli di Porto Rico allevati in cattività dagli ambientalisti per salvare la specie dall’estinzione hanno sviluppato un nuovo dialetto

I pappagalli di Porto Rico stanno lottando contro l'estinzione e si tratta di una battaglia "linguistica". Infatti, le popolazioni in cattività hanno sviluppato nuovi vocalizzi che gli uccelli selvatici della stessa specie fanno fatica a riconoscere. Così, quando gli esemplari in cattività vengono rilasciati in natura, non riescono ad interagire con i conspescifici. Il caso, però, è studiato dagli scienziati per evitare il peggio.

Pappagalli Porto Rico
@envatoelements

I pappagalli di Porto Rico

I pappagalli di Porto Rico hanno rischiato l'estinzione negli anni 70 a causa della deforestazione. Ne erano rimasti pochi individui, poco più di tredici uccelli in natura. Gli scienziati conservazionisti hanno quindi avviato un progetto di salvaguardia per questo animale che, prima della colonizzazione europea nel XVI secolo contava una popolazione di almeno un milione di esemplari.

Gli ultimi pappagalli di Porto Rico erano confinati nelle aree boschive di El Yunque. Nel 1973 il servizio nazionale di protezione della fauna e della flora diede vita al primo stormo di pappagalli in cattività. Il progetto ebbe successo e la popolazione di questi uccelli è cresciuta fino a 600 esemplari. Per rendere possibile questo risultato, gli ambientalisti utilizzarono l’amazzone di Hispaniola (una specie affine al pappagallo di Porto Rico) come genitori surrogati per allevare i pulcini.

Un nuovo dialetto

Nel 2006 furono registrate quattro popolazioni di pappagallo di Porto Rico. Un buon risultato per il progetto di conservazione, ma l’allevamento in cattività aveva avuto una conseguenza inaspettata. Gli stormi allevati avevano sviluppato un nuovo dialetto diverso da quello degli esemplari selvatici. Ad accorgersene fu Tanya Martinez, biologa della conservazione del Puerto Rican Parrot Recovery Project.

Martinez notò che gli uccelli allevati in cattività emettevano dei suoni diversi rispetto alla popolazione selvatica di El Yunque. I timori della ricercatrice furono poi confermati anche da Timothy Wright, biologo dell’Università statale del Nuovo Messico. La scoperta rappresentò un pericolo per il successo definitivo del progetto di salvaguardia dei pappagalli di Porto Rico. Infatti, se gli esemplari allevati non riuscivano a comunicare con quelli selvatici limitando così i benefici della comunicazione: trovare fonti di cibo, proteggersi dai predatori e trovare un partner.

Una possibile soluzione

Fortunatamente non tutto è perduto. Il biologo Thomas White ha verificato che non tutti gli esemplari allevati imparano il nuovo dialetto con la stessa velocità. Quindi, oltre ad aver interrotto l’utilizzo dell’amazzone di Hispaniola come genitore surrogato (i cui richiami influenzavano quelli dei pulcini portoricani che non potevano apprendere i vocalizzi dagli esemplari più anziani della propria specie), i pappagalli di Porto Rico che dovevano essere reintrodotti venivano affiancati con alcuni individui selvatici in modo che potessero imparare i richiami della propria specie.

Esito positivo

Nel 2020 sono stati rilasciati trenta pappagalli cresciuti in cattività nell’area di El Yunque (dove intanto l’uragano Maria aveva diminuito il numero della popolazione originaria di pappagalli). La popolazione di questa specie di uccello sta aumentando nel corso degli anni. Gli studi hanno quindi avuto esito positivo e il pappagallo di Porto Rico può definirsi salvo.


Emmanuele Occhipinti
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Una passione per la natura coltivata fin da piccolo mi ha condotto a studiare Scienze dell’Ambiente e della Natura ma, in seguito ad un sogno rivelatorio (se si vuole credere a questa versione), mi sono ritrovato con carta, penna ed un sogno nel cassetto.
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