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"I limoni", una delle prime poesie di Eugenio Montale

"I limoni", una delle prime poesie di Eugenio Montale

Il poeta ligure Eugenio Montale testimonia, con la poesia “I limoni”, la realtà aspra e selvaggia della natura

La poesia “I limoni”, scritta da Eugenio Montale, compare nella prima raccolta dell’autore Ossi di seppia del 1925. Nel componimento, i limoni diventano simbolo della poetica di Montale e alludono al poeta che canta cose povere, umili e semplici per giungere all’essenziale. Il rapporto con l’oggetto e, in questo caso, con la pianta è diretto e sincero, perché solo così è possibile testimoniare la realtà nuda e cruda dell’esistenza. Non solo, “I limoni” rappresentano anche la volontà del poeta di opporsi alla concezione puramente scientifica e positivista della natura, andando oltre l’apparenza e superando limiti e confini della realtà quotidiana.

Foto: ulin49510 @pixabay
Foto: ulin49510 @pixabay

“I limoni” di Eugenio Montale

Ascoltami, i poeti laureati
si muovono soltanto fra le piante
dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.
Io, per me, amo le strade che riescono agli erbosi
fossi dove in pozzanghere
mezzo seccate agguantano i ragazzi
qualche sparuta anguilla:
le viuzze che seguono i ciglioni,
discendono tra i ciuffi delle canne
e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.
Meglio se le gazzarre degli uccelli
si spengono inghiottite dall'azzurro:
più chiaro si ascolta il sussurro
dei rami amici nell'aria che quasi non si muove,
e i sensi di quest'odore
che non sa staccarsi da terra
e piove in petto una dolcezza inquieta.
Qui delle divertite passioni
per miracolo tace la guerra,
qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza
ed è l'odore dei limoni.
Vedi, in questi silenzi in cui le cose
s'abbandonano e sembrano vicine
a tradire il loro ultimo segreto,
talora ci si aspetta
di scoprire uno sbaglio di Natura,
il punto morto del mondo, l'anello che non tiene,
il filo da disbrogliare che finalmente ci metta
nel mezzo di una verità.
Lo sguardo fruga d'intorno,
la mente indaga accorda disunisce
nel profumo che dilaga
quando il giorno più languisce.
Sono i silenzi in cui si vede
in ogni ombra umana che si allontana
qualche disturbata Divinità.
Ma l'illusione manca e ci riporta il tempo
nelle città rumorose dove l'azzurro si mostra
soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase.
La pioggia stanca la terra, di poi; s'affolta
il tedio dell'inverno sulle case,
la luce si fa avara – amara l'anima.
Quando un giorno da un malchiuso portone
tra gli alberi di una corte
ci si mostrano i gialli dei limoni;
e il gelo del cuore si sfa,
e in petto ci scrosciano
le loro canzoni
le trombe d'oro della solarità.

Nella poesia “I limoni” di Eugenio Montale, i limoni diventano quindi un simbolo metafisico. Ancora una volta, la natura arida e selvaggia nasconde un lato divino e spirituale che si apre solo dinnanzi all’uomo che riesce a illudersi, a sognare e a trovare un significato più profondo in ciò che gli circonda.


Cristina Morgese
Cristina Morgese
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Dopo aver conseguito la Laurea in Storia dell'arte e il Master in Management Museale, lavoro freelance come giornalista, copywriter e content creator. Non credo a confini già delineati, per questo mi piace oltrepassarli e trovare i fili nascosti che legano discipline diverse tra loro.
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Dopo aver conseguito la Laurea in Storia dell'arte e il Master in Management Museale, lavoro freelance come giornalista, copywriter e content creator. Non credo a confini già delineati, per questo mi piace oltrepassarli e trovare i fili nascosti che legano discipline diverse tra loro.
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