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I cambiamenti climatici stanno rendendo più pericoloso il turismo d’avventura

I cambiamenti climatici stanno rendendo più pericoloso il turismo d’avventura

Il turismo d’avventura nella natura è sempre più influenzato negativamente dai cambiamenti climatici che minacciano l’incolumità delle persone

Il turismo d’avventura sta diventando sempre più pericoloso a causa dei cambiamenti climatici. Ai rischi già insiti in questa tipologia di vacanza a stretto contatto con la natura, negli ultimi anni se ne stanno aggiungendo altri derivanti dagli sconvolgimenti che sta subendo il pianeta. Minacce nuove, che possono cogliere di sorpresa i turisti per la loro imprevedibilità e mettere a repentaglio l’incolumità dei praticanti, a volte addirittura la vita. Ma quali sono i modi più visibili in cui i cambiamenti climatici stanno influenzando il turismo d’avventura?

I cambiamenti climatici stanno rendendo più pericoloso il turismo d’avventura
Foto: Jackman Chiu @Unplash

La caduta di rocce e ghiaccio in montagna

I cambiamenti climatici stanno sicuramente rendendo più pericoloso il turismo d’avventura in alta montagna. Le temperature più alte fanno sì che i ghiacciai si sciolgano molto più velocemente facendo venire a meno la loro funzione di “collante” di rocce e massi, che così diventano meno stabili e precipitano verso valle. A ciò si aggiunge la minore frequenza con cui cade la neve.

Per i turisti che amano esplorare proprio i ghiacciai, i sentieri stanno diventando meno sicuri: dall’Himalaya alle Alpi, i blocchi di ghiaccio pendono sempre più spesso in modo precario sopra i percorsi, mentre i crepacci si stanno allargando. Un esempio di come stiano aumentando i rischi del turismo d’avventura ad alta quota lo abbiamo avuto purtroppo di recente in Italia: il crollo di una porzione della Marmolada, evento che ha causato la morte di 11 escursionisti.

E le istituzioni iniziano a mettere in guardia le persone. Ad agosto 2022, il sindaco di Saint-Gervais, comune francese sul versante francese del monte Bianco, ha stabilito che chi vorrà scalare la vetta dovrà versare una cauzione da 15 mila euro: 10 mila euro pari "al costo medio dei soccorsi" e 5 mila euro per le eventuali “spese di sepoltura della vittima". Ciò perché molti turisti sconsiderati ignoravano i pericoli delle importanti cadute di pietre lungo la via verso la cima provocate dalla siccità.

Gli incendi nei campeggi

Altro fenomeno con cui i cambiamenti climatici stanno mettendo a dura prova il turismo d’avventura sono gli incendi. In particolare quelli che colpiscono i campeggi, posti vulnerabili perché quasi sempre circondati, parzialmente o completamente, da foreste e verde. Durante l’estate 2022, il fuoco ha portato all’evacuazione d’emergenza di centinaia di turisti da alcune location in Grecia, Francia, Spagna e California.

Il numero di questi episodi è cresciuto di molto negli ultimi anni. E “diventeranno ancora più probabili”, secondo Victor Resco de Dios, professore esperto in incendi boschivi dell’università spagnola di Lleida, interpellato dalla Bbc sul tema. Ci sono state anche vittime nel corso di questi incendi.

Secondo uno studio del 2021, a cui ha collaborato il docente, tra il 2008 e il 2021 sono morte 473 persone, un quarto delle quali erano turisti. I campeggi “devono sviluppare e implementare dei piani per minimizzare i rischi e creare dei percorsi per le evacuazioni per fare in modo che non diventino delle trappole per topi”, ha detto Resco.

Le frane lungo torrenti e fiumi

Altra nicchia del turismo d’avventura influenzata negativamente dai cambiamenti climatici è infine quella degli amanti del rafting. Le sempre più frequenti frane che cadono nei letti dei torrenti di montagna stanno diminuendo la profondità di questi corsi d’acqua, rendendo difficile e pericolosa la navigazione. Ripercussioni si stanno verificando anche nelle aree non montuose a causa delle alluvioni. “Il fiume Orinoco (Sud America ndr), il più selvaggio al mondo, è salito fino ai mai registrati 18 metri due anni fa e ha spazzato via alcune piccole isole, creandone altre di nuove”, ha spiegato alla Bbc il venezuelano Alejandro Buzzo, membro del consiglio della Federazione mondiale di rafting.

Ma l’acqua può essere anche insufficiente a praticare questo sport per colpa delle scarse piogge. Succede, ad esempio, nella Spagna del nord, dove il flusso d’acqua del fiume Gállego è sempre più spesso la metà di quello necessario per permettere ai rafters di scivolare verso valle con i loro gommoni.

Insomma, il turismo d’avventura, o meglio, le persone che scelgono questo tipo vacanza devono fare i conti con nuovi rischi. Pericoli verso i quali deve maturare una certa consapevolezza, soprattutto da parte dei meno esperti. Gli operatori del settore, come le guide, affermano infatti che è essenziale che i turisti affrontino con un certo tipo di preparazione queste esperienze e che si muovano con prudenza.


Marco Rizza
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Giornalista, ex studente della Scuola di Giornalismo Walter Tobagi. Osservatore attento (e preoccupato) delle questioni ambientali e cacciatore curioso di innovazioni che puntano a risolverle o attenuarne l'impatto. Seguo soprattutto i temi legati all'economia circolare, alla mobilità green, al turismo sostenibile e al mondo food

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Giornalista, ex studente della Scuola di Giornalismo Walter Tobagi. Osservatore attento (e preoccupato) delle questioni ambientali e cacciatore curioso di innovazioni che puntano a risolverle o attenuarne l'impatto. Seguo soprattutto i temi legati all'economia circolare, alla mobilità green, al turismo sostenibile e al mondo food

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