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Giornata Mondiale del Suolo: in Europa cementificati 25 metri quadri al secondo

Giornata Mondiale del Suolo: in Europa cementificati 25 metri quadri al secondo

Il progetto Soil4Life chiede un Green Deal dedicato a questa risorsa fondamentale nella lotta ai cambiamenti climatici e per la sicurezza alimentare

I valori della tutela del suolo non sono ancora acquisiti dalla popolazione e dalla politica. È quanto è emerso dal webinar online “Un Green Deal per il suolo europeo” organizzato per la Giornata Mondiale del Suolo, celebrata come ogni anno il 5 dicembre, dal progetto europeo Soil4life. Nell’incontro si è sottolineata la necessità di un’azione più allargata e coordinata in tutta Europa per proteggere una risorsa la cui integrità può aiutare a contrastare i cambiamenti climatici, ma anche a difendere la nostra sicurezza alimentare.

Giornata mondiale suolo

La cementificazione avanza

In Italia il fenomeno del consumo del suolo ha rallentato negli ultimi anni, complice anche la crisi del settore immobiliare. Tuttavia, viaggia sempre a ritmi troppo elevati: secondo l’edizione 2020 del “Rapporto sul consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale nel nostro Paese vengono coperti dal cemento due metri quadrati al secondo. “Il suolo agricolo è considerato una terra di conquista – ha sottolineato il responsabile scientifico di Soil4life Damiano Di Simine durante il webinar – . Si preferisce strappare aree all’agricoltura piuttosto che riutilizzare gli spazi dismessi che abbondano in Italia”.

Lo stesso Ispra, attento osservatore del problema, ha tracciato un quadro ancora più dettagliato nel suo nuovo volume "L'Italia perde terreno. Il consumo di suolo e il degrado del territorio". Michele Munafò, uno dei curatori del lavoro, ha illustrato che le ultime stime dimostrano che ormai un quarto del Paese presenta una situazione di degrado marcato del suolo, che spesso riguarda le zone più produttive e fertili. Ad esempio la pianura Padana, vittima dell’espansione di aree urbane e insediamenti produttivi, come quelli delle grande aziende della logistica e dell’e-commerce verso le quali Di Simine invita ad “alzare la vigilanza”. Tra le regioni che presentano la situazione peggiore c’è infatti il Veneto, seguito da una Sicilia che invece combatte più con una perdita di produttività del suo suolo.

Produttività del suolo e agricoltura intensiva

Proprio la produttività è stata per molto tempo il principale indicatore analizzato. Il problema è legato soprattutto all’agricoltura intensiva, una pratica che spesso non rispetta i cicli biologici dei terreni e la loro rigenerazione. In altra parole, monocolture e scarsa rotazione delle coltivazioni rendono sempre più povero il sottosuolo di nutrienti a causa della scomparsa dei microrganismi che li producono. La presenza di questi ultimi e delle loro relazioni favoriscono, tra le varie cose, la fertilità e la protezione da malattie e insetti infestanti le piante, e quindi raccolti più sicuri. “I microrganismi rappresentano il 99 percento delle biodiversità che abbiamo nel suolo”, ha avvertito Loredana Canfora, ecologa microbica del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (Crea). “Sono fornitori di molteplici servizi ecosistemici e risorse che vanno sfruttate”. Ad esempio, studiando quelli che si sviluppano in ambienti estremi per poi impiegarli nel suolo degradato dall’azione umana.

Suolo e cambiamenti climatici

Negli anni, come sottolineato da Munafò, il monitoraggio del suolo ha incluso molti altri indicatori in aggiunta ai precedenti, come la perdita di carbonio organico. Il contrasto ai cambiamenti climatici passa anche dalla protezione di quello che abbiamo sotto i piedi. Il suolo è infatti una banca di anidride carbonica: ne assorbe in abbondanza grazie all’intermediazione delle piante, ma può anche rilasciarne molta in determinati casi. Ad esempio, se si vanno a toccare le torbiere, aree che già senza l’azione diretta dell’uomo stanno rilasciando sempre più carbone nei fiumi, sotto forma di carbone organico disciolto.

La nuova Strategia Europea per il Suolo

Insomma, il suolo può essere sia un problema, sia una soluzione. Per questo va tutelato con politiche e iniziative legislative adeguate. Nonostante il quadro negativo, l’Italia è sprovvista di una legge per la sua protezione. Ma nel resto dell’Europa le cose non vanno meglio. Alberto Orgiazzi, ricercatore del Joint Research Centre della Commissione Europea, ha ricordato che nel Vecchio Continente si perdono mille chilometri quadrati all’anno, ovvero 25 metri quadrati al secondo, a causa della cementificazione e che esistono 650mila siti inquinati. Proprio perché il problema riguarda tutti, serve una visione più ampia. Un buon punto di partenza sarà la “Nuova Strategia per il Suolo Europeo” in fase di elaborazione a Bruxelles. Come spiegato da Mirco Barbero della Commissione Europea, si tratta di una serie di obiettivi e linee guida utili per portare avanti gli impegni presi con il Green New Deal. Un’iniziativa per ricordare che la protezione dell’ambiente e la transizione energetica non possono prescindere dalla difesa del suolo.


REDAZIONE
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