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Una curiosa love story tra chef giapponesi e cibi italiani

Una curiosa love story tra chef giapponesi e cibi italiani

La cucina giapponese e quella italiana, per quanto geograficamente agli antipodi, si trovano ad avere in comune una filosofia di fondo, quella del rispetto assoluto per la materia prima. Per darvene un assaggio abbiamo seguito i passi di uno chef giapponese «molto particolare», alle prese con un'avventura straordinaria: trovare la giusta ed equilibrata fusione tra la cucina nostrana e quella del sol levante.

La cucina italiana nei manga

Ben Shogo comincia il suo cammino in un piccolo ristorante italiano di periferia, dove sia i clienti che il datore di lavoro sono molto soddisfatti di lui. Così decide di raccomandarlo ad un amico che gestisce la prestigiosa trattoria il Baccanale, uno dei ristoranti italiani più famosi del Giappone.
Nonostante la fiducia nelle sue capacità si imbatte presto nei limiti delle sue conoscenze riguardo la cucina italiana, così gli vengono affidate mansioni meno importanti. È solo a dopo qualche tempo, raggiunto finalmente il livello richiesto, che decide di spingersi oltre.

Spinto dall’amore per la cucina nostrana sceglie di trasferirsi direttamente nella patria del cibo, in particolare a Roma, per ricominciare tutto daccapo in un altro ristorante dove si presenterà con queste parole: «So molto poco, spero mi aiuterete ad imparare e migliorare. Chiamatemi Bambi..bambino!»
Così la love story tra chef giapponesi e cibi italiani è diventata la trama di un fumetto manga chiamato, proprio dal nome del protagonista di cui vi abbiamo raccontato le gesta, Bambino!

La pasta Wafu

Il boom del cibo italiano in Giappone ha origini profonde, tanto che si può notare un sempre maggiore interesse verso la cultura italiana e la sua lingua. In particolare i cibi italiani stanno sostituendo la tanto rinomata cucina francese nelle preferenze dei consumatori.
Tuttavia gli chef, essendo di «sangue giapponese», non possono non lasciarsi influenzare dalle loro radici. Così vediamo come il Giappone ha concepito la sua reinterpretazione della cucina italiana con la pasta wafu, preparata sia in casa sia nei ristoranti.

Con alghe o pomodoro?

Questo tipo di pasta consiste in spaghetti conditi con sostanze aromatizzanti e ingredienti giapponesi come miso, olio di sesamo, alga essiccata e vari tipi di sottaceti.
In questo modo i Giapponesi sono riusciti a conciliare tradizioni culinarie basate su ingredienti decisamente diversi. Forse a noi verrà da storcere il naso pensando a spaghetti con alghe o soia, visto i nostri tipici spaghetti al pomodoro che venivano venduti in strada fin dai tempi del boom economico, ma nulla ci vieta, in un possibile viaggio in Giappone, di ordinare in un ristorante gli spaghetti wafu e provare questa loro inusuale variante.

Fonti: Al dente. Storia del cibo in Italia


Marta Davalli
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Studentessa di Food System all’Università di Parma. Insaziabile di vita, dove il food non la fa solo da contorno. Perchè è con il cibo che costruisco le mie relazioni.
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Studentessa di Food System all’Università di Parma. Insaziabile di vita, dove il food non la fa solo da contorno. Perchè è con il cibo che costruisco le mie relazioni.
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