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Cosa significa mobilità dolce e come praticarla

Cosa significa mobilità dolce e come praticarla

Cambiare passo, muoversi più lentamente, partecipare al cambiamento, ecco qual è il significato di mobilità dolce e come praticarla

Ripensare il proprio modo di spostarsi e vivere il territorio è una delle sfide più grandi impostaci dai disordini climatici. Questo significa non solo una rivoluzione dei trasporti in ottica green, ma anche un’inversione di tendenza, l’adesione a un nuovo stile di vita, nuove e più sostenibili abitudini. In questo senso, temi come quello della mobilità dolce, dello sharing, del turismo di prossimità, per dirne alcuni, sono sempre più discussi e accrescono di significato. Vediamo allora cosa si intende per mobilità dolce e come fare per diventare un “viaggiatore green”.

mobilità dolce significato
FOTO: Gabriella Clare Marino @Unsplash

Mobilità dolce significato

La slow mobility ha chiaramente a che fare con un’idea di mobilità più sostenibile. Predilige lo spostamento a piedi e con mezzi non motorizzati come biciclette, monopattini elettrici e overboard.

Specie in ambito urbano, le emissioni da trasporti e le polveri sottili continuano a essere la maggiore causa di inquinamento dell’aria, imputabili principalmente al traffico stradale. Al contrario, camminare, pedalare, ma anche muoversi con mezzi pubblici, car sharing e simili, rientrano in quelle buone pratiche che conciliano l’esigenza di muoversi da un posto all’altro con la necessità di migliorare la qualità della vita dei cittadini e tutelare il Pianeta.

Per riuscirci è fondamentale eliminare dalle strade quante più automobili possibile. Come? Integrando i mezzi di trasporto pubblico, potenziando la rete delle piste ciclabili, promuovendo una diversa sensibilità tra i cittadini e usufruendo di quelle forme di condivisione (sharing mobility) che gradualmente stanno facendo ingresso nelle nostre città.

La Slow mobility in Italia

Nonostante sembri che l’Italia ancora fatichi a tenere il passo per adeguarsi agli obiettivi di sostenibilità promossi dall’Agenda 2030, non mancano esempi di realtà virtuose sul nostro territorio. Milano è sicuramente una città modello in tal senso. A dirlo, l’ultimo Rapporto sulla mobilità sostenibile realizzato da Euromobility per conto del Ministero dell’ambiente.

Lo studio indica il capoluogo lombardo come la città più eco-mobile d’Italia. Milano ha investito molte risorse nella rigenerazione urbana, potenziando la sharing mobility, il trasporto pubblico e la linea metropolitana, mentre la percentuale dei veicoli a basso impatto ambientale si registra in continua crescita.

L’Atlante della mobilità dolce in Italia

In tema di mobilità dolce, risulta certo di grande interesse il progetto voluto da AMODO, l’Alleanza per la Mobilità Dolce. Trattasi di una rete sostenuta dalle più importanti associazioni ambientaliste e di settore, ben 29 realtà, nata con il desiderio “di promuovere e far crescere la mobilità dolce in Italia, recuperando i ritardi nella pianificazione sostenibile dei territori e del paesaggio e nel sostegno al turismo lento” si legge sul sito dell’Associazione.

Allo scopo, dalla collaborazione tra AMODO e Rete Ferrovie Italiane (Gruppo FS Italiane) nasce l’Atlante della Mobilità Dolce italiano. L’applicazione, consultabile online, mette in relazione “stazioni ferroviarie, ciclovie, cammini, sentieri e greenways con il patrimonio storico, artistico e naturalistico presente su tutto il territorio nazionale” si legge.

Una preziosa raccolta di informazioni, utile a quanti vogliano praticare la mobilità dolce e, riscoprendo un turismo più sostenibile, orientarsi fra siti di interesse storico e culturale presenti e accessibili sul nostro territorio.


Elza Coculo
Elza Coculo
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Giornalista pubblicista, in continua formazione per attitudine, mi piace scrivere di tematiche ambientali, sostenibilità e innovazione. Attenta al presente, curiosa per il futuro, sono un’ottimista, convinta che l’unica cosa che ci renda migliori sia la volontà di migliorarsi.
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