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Cosa significa "acqua potabile"?

Cosa significa "acqua potabile"?

In realtà il concetto di acqua, coperto oggi da legislazione apposita, è molto antico, vediamo che cosa significa acqua potabile

È dai primi anni di vita che ci insegnano che l’acqua da bere deve essere assolutamente potabile. Quante volte abbiamo letto avvisi del tipo “acqua non potabile” o viceversa. In realtà il concetto di potabilità, coperto oggi da legislazione apposita, è molto antico. Ed è assolutamente fondamentale fare chiarezza su cosa significa.

cosa significa acqua potabile
foto: ronymichaud @Pixabay

Acqua potabile, cosa significa? Il quadro normativo

Cosa significa quindi "acqua potabile"? Semplificando, si definisce così quando si può bere senza pregiudizio per la salute. Tutto però è regolato dalla legge. Il decreto legislativo 31/2001 è il riferimento normativo italiano che, recependo la Direttiva Europea 98/83/CE, ha disciplinato il campo delle acque potabili, definendo pure i parametri analitici ai quali un'acqua deve sottostare per potere essere definita tale.

La direttiva si applica a tutte le acque destinate al consumo diretto o alla preparazione di cibi e bevande, sia in ambito domestico che nelle imprese alimentari, a prescindere dalla loro origine e dal tipo di fornitura.

Nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea del 23 dicembre 2020 è stata poi pubblicata la nuova Direttiva (UE) 2020/2184 sulla qualità delle acque destinate al consumo umano, che rifonde e abroga la Direttiva 98/83/CE e le successive modifiche a partire dal 12 gennaio 2023.

La nuova direttiva UE introduce norme riviste intese a proteggere la salute umana dagli effetti negativi derivanti dalla contaminazione delle acque destinate al consumo umano.

Le diverse acque potabili

In teoria tutte le acque che troviamo in commercio, come quelle che fuoriescono dai nostri rubinetti, sono potabili. Le potabili, però, non sono tutte uguali, ma divise in varie categorie.

La legislazione, infatti, ne riconosce e regolamenta differenti tipologie, che distingue a seconda della composizione salina, dell’origine, delle modalità di trasporto e degli eventuali trattamenti a cui vengono sottoposte. Ci sono le “acque destinate al consumo umano”, che secondo la legge corrispondono alle “acque trattate o non trattate, destinate ad uso potabile, per la preparazione di cibi e bevande, o per altri usi domestici, a prescindere dalla loro origine, siano esse fornite tramite una rete di distribuzione, mediante cisterne, in bottiglie o in contenitori”.

Poi ci sono le “acque minerali naturali” cioè quelle che, avendo origine da una falda o giacimento sotterraneo, provengono da una o più sorgenti naturali o perforate e che hanno caratteristiche igieniche particolari e, eventualmente, proprietà favorevoli alla salute. E ancora le “acque di sorgente” e le “acque affinate”, tutte potabili e sicure, ma regolamentate differentemente.


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