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Apicoltura urbana: la pratica può danneggiare le specie selvatiche

Apicoltura urbana: la pratica può danneggiare le specie selvatiche

L’apicoltura urbana è sempre più popolare, ma la pratica in teoria pro-pianeta potrebbe avere dei pericolosi effetti collaterali

Gli insetti impollinatori sono sempre più a rischio e molti hanno deciso di rispondere all’emergenza puntando sull’apicoltura urbana. L’idea di riconsegnare le città alle api è in teoria buona e presenta l’utile vantaggio di fornire miele fatto in casa. A preoccupare è, però, ora l’impatto della pratica sulle specie selvatiche, su cui un recente studio pubblicato in PeerJ ha rivelato dati allarmanti.

apicoltura urbana
@envvatoelements

Boom dell’apicoltura urbana nel mondo

Negli ultimi anni l’apicoltura urbana ha ottenuto crescente popolarità. Molti si sono convertiti alla pratica per il semplice scopo di avere sempre a disposizione del miele fatto in casa. Altri si sono, invece, fatti convincere dagli appelli a sostegno degli impollinatori. I dati mostrano che, in diverse parti del mondo, il boom ha assunto proporzioni impressionanti.

In Svizzera il numero di alveari di api da miele “domestiche” registrati nelle città è passato da 3.139 del 2012 a 9.370 del 2018. A Montreal tali colonie erano 250 nel 2013 e 3.000 nel 2020. Nei contesti cittadini gli insetti si trovano, però, a fare i conti con la carenza di risorse e di nutrimento. A farne le spese sono allora le specie selvatiche e gli altri impollinatori, più piccoli e con un range d’azione più limitato, che nella competizione risultano svantaggiati.

Lo studio su apicoltura urbana e api selvatiche

A concentrarsi su come il boom dell’apicoltura urbana costituisca una potenziale minaccia per le api selvatiche ci ha pensato un team della Concordia University. I ricercatori hanno analizzato i dati relativi a 15 siti localizzati nella città di Montreal tra giugno e settembre 2020 e li hanno confrontati con quelli registrati nelle medesime località nel 2013. Gli spazi comprendevano ampi giardini e parchi pubblici.

Il team ha rilevato che dove la popolazione di api da miele era cresciuta di più, quella delle specie selvatiche era maggiormente diminuita. Nel periodo di analisi gli scienziati hanno esaminato un totale di 6.200 insetti. 4.000 di essi si sono rivelati api selvatiche, appartenenti a 120 specie diverse, mentre 2.200 sono risultate da miele. Nel 2013 il bilancio era un altro. Allora gli esemplari studiati erano stati 5.200 e quasi tutti erano risultati della prima categoria. Le specie erano, poi, 180.

Regole per l’apicoltura urbana

Il nuovo studio ha mostrato che l’apicoltura urbana ha bisogno di regolamentazioni precise. I ricercatori hanno sottolineato che una colonia di api può supportare nel tempo fino a 50.000 individui. Gli insetti devono, però, avere a disposizione una quantità di nutrimento adeguata e spesso il rapporto tra spazi verdi e numero di insetti impollinatori non viene considerato.

Un chilometro quadrato di prato può fornire sostentamento a 7 alveari. Valutare la distanza tra le singole colonie e la densità effettiva della popolazione di api dovrebbe allora diventare un presupposto fondamentale. A preoccupare le autorità è anche la diffusione di malattie. I neo-apicoltori, infatti, hanno spesso mezzi limitati per la difesa dei propri alveari. Un accurato monitoraggio delle popolazioni risulta, allora, in tale ambito, ancora più importante.

L’apicoltura urbana è una pratica spesso presentata come salvifica su cui, però, è necessario intervenire. Aiutare gli insetti impollinatori rimane una priorità, ma lo è anche farlo in modo sostenibile e tracciabile. Carly Ziter, coautore dello studio, ha sottolineato che se il nostro obiettivo è favorire la biodiversità, predisporre un giardino pro-insetti è molto più utile che aumentare a dismisura il numero di alveari in città.


Alice Facchini
Alice Facchini
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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