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Tutto quello che dovete sapere sui solfiti

Tutto quello che dovete sapere sui solfiti

Bene o male ognuno di noi ha sentito parlare di solfiti, quelle sostanze non meglio precisate contenute nel vino ma il cui scopo e l’origine precisa la maggior parte delle volte ci sfuggono. Quel che è certo invece è che leggere «contiene solfiti» sull’etichetta di una buona bottiglia ora ci fa storcere il naso, ma sappiamo almeno il motivo?

Cosa sono e a cosa servono

Cominciamo col dire che i famosi solfiti in cantina non si presentano mai come tali, piuttosto come anidride solforosa, e nemmeno questa è la versione usata in cantina. Enologi e produttori usano una sostanza dall’inquietante nome metabisolfito di potassio, un disinfettante e stabilizzante ampiamente impiegato. Non tutti i solfiti però vengono semplicemente aggiunti: alcuni lieviti naturalmente presenti nel mosto possono produrre questa sostanza, di fatto rendendola un sottoprodotto naturale.

Per quanto sia largamente detestata, alla solforosa non è stata ancora trovata un’alternativa, viste le sue straordinarie doti di antiossidante, conservante e antisettico, tanto che ogni volta in cui si verifica un contatto tra il vino e l’ossigeno può essere aggiunta per evitare danni. L’importante è non superare i limiti di legge, che vanno dai 50 mg/l dei vini naturali ai 400 mg/l per i passiti e muffati. Detto questo, il limite per un soggetto di 70 kg è di circa 50 mg al giorno, meglio stare attenti.

Limiti e tossicità

Per quanto sia utile c’è un motivo per cui le persone hanno cominciato a preoccuparsene sempre più: la sua tossicità, accertata scientificamente e motivo per cui la sua presenza è strettamente regolamentata. La sua presenza negli alimenti deve essere necessariamente segnalata soprattutto per gli individui che possono esserne allergici, ma non è altrettanto obbligatorio segnalarne la quantità.

In pratica sta tutto nel trovare il giusto equilibrio tra i rischi per la salute creati dai solfiti e i rischi che si presenterebbero nel vino senza il loro impiego. Non una soluzione così scontata, tanto più se si pensa che i solfiti sono contenuti in una grande varietà di alimenti come la marmellata, la frutta secca, salumi o prodotti sott’olio.

Fonti: edoapp.it - poggiolaluna.it - erboristerialea.org - bigodino.it

Le informazioni contenute in questo articolo sono da intendersi a puro scopo informativo e divulgativo e non devono essere intese in alcun modo come diagnosi, prognosi o terapie da sostituirsi a quelle farmacologiche eventualmente in atto. In nessun caso sostituiscono la consulenza medica specialistica. L’autore ed il sito declinano ogni responsabilità rispetto ad eventuali reazioni indesiderate.


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