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Quali sono le 5 sostanze chimiche più diffuse nei nostri cibi?

Quali sono le 5 sostanze chimiche più diffuse nei nostri cibi?

Ormai è comune per chi vive in città fare un certo affidamento, quando arriva il momento di fare la spesa, ai prodotti già lavorati, cibi in buona parte resi possibili grazia alla chimica.

Gomma xantana e acido citrico sono solo due esempi di alcune sostanze che è facile trovare nei prodotti trasformati del supermercato. Alcuni di questi composti hanno una funzione stabilizzante, colorante o sono semplicemente rivolti a garantire una precisa sensazione al palato. A questo punto verrebbe da chiedersi se, leggendo su un’etichetta certi nomi incomprensibile, non ci si debba preoccupare, e in effetti in alcuni casi farsi qualche domande in più potrebbe non essere una cattiva idea.

1. Red Dye Number 40 o E129

Nel mondo dell’industria agroalimentare ci si riferisce a questo colorante con il nome di rosso allura, che si traduce in gergo chimico con il decisamente meno invitante: Disodium 6-hydroxy-5-[(2-methoxy-5-methyl-4-sulfophenyl)azo]-2-naphthalenesulfonate. Chiaro no? La situazione non migliora se si pensa che questo prodotto è un derivato del petrolio, ma non esistono delle alternative naturali altrettanto stabili. Va anche detto che in in quattro stati dell’Unione Europea questo colorante è stato vietato, visti alcuni possibili collegamenti con l’iperattività nei bambini. Per ulteriore completezza, va aggiunto che nel 2013 lo stesso Efsa consigliava ulteriori studi a riguardo per non correre rischi.

2. Gomma xantana

Una delle variabili più difficili da gestire per le industrie alimentari è la consistenza dei prodotti lavorati, spesso tendono ad evitare prodotti naturali come grassi animali o il tuorlo d’uovo per limitare le calorie e optano per prodotti più duraturi. Stiamo parlando degli stabilizzanti, composti chimici che imitano i grassi, e in particolare della gomma xantana, una sostanza prodotta attraverso l’uso di alcuni batteri, nonostante il nome lasci intendere altro. Questa sostanza è composta da lunghissime catene di polisaccaridi che hanno una forte attrazione per l’acqua, assorbendola e fungendo da addensante.

3. Carragenina

Altra sostanza appartenente alla stessa famiglia della gomma è la carragenina, un composto derivato da un’alga chiamata carragheen, che funziona bene io male con lo stesso meccanismo, solo che le sue molecole possono combinarsi agilmente anche con le proteine oltre che con l’acqua. Quindi la prossima volta che gusterete un hamburger di soia sappiate che potrebbe essere merito di una di queste sostanze se la consistenza è quella che vi aspettereste da vera carne.

4. Acido citrico o E330

Uno dei conservanti più largamente impiegato è l’acido citrico, lo stesso che troviamo in abbondanza negli agrumi e li rende così acidi. Viene impiegato per mantenere la frutta del suo colore originario, prevenendo le reazioni che la farebbero diventare marrone. Quanto sarà difficile spremere agrumi per avere tutto l’acido citrico necessario a disposizione? Purtroppo non basterebbero tutti i limoni del mondo per procurarselo, quindi l’alternativa dovrà essere simile a quella impiegata per la gomma xantana, ed in effetti è proprio così, solo che in questo caso intervengono delle muffe, in particolare un fungo chiamato aspergillus.

5. Benzoato di sodio o E210

L’ultimo protagonista di questa lista è il benzoato di sodio, dal quale si ricava l’acido benzoico, un conservante ideale per salse, succhi e gelatine. Il problema di questa sostanza è che può reagire con acido ascorbico, meglio noto come Vitamina C, per produrre benzene, un idrocarburo conosciuto per la possibilità di causare il cancro.

Insomma, è chiaro che alcuni composti che caratterizzano i prodotti alimentari industriali trasformati hanno delle complicazioni che potremmo non essere felici di affrontare, senza dimenticare però che generalizzare è sbagliato, per di più in Europa, dove col cibo non siamo abituati a scherzare.

Fonti: Youtube.com - Scishow - chicagotribune.com - efsa.europa.eu - fda.gov

Le informazioni contenute in questo articolo sono da intendersi a puro scopo informativo e divulgativo e non devono essere intese in alcun modo come diagnosi, prognosi o terapie da sostituirsi a quelle farmacologiche eventualmente in atto. In nessun caso sostituiscono la consulenza medica specialistica. L’autore ed il sito declinano ogni responsabilità rispetto ad eventuali reazione indesiderate.


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