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Qual è l'impatto ambientale dell'agricoltura urbana?

Qual è l'impatto ambientale dell'agricoltura urbana?

Considerata il futuro della produzione alimentare, l’agricoltura urbana avrebbe un impatto ambientale ancora troppo elevato.

Per agricoltura urbana s’intende la pratica di coltivare piante destinate alla produzione alimentare all'interno dei confini di una città. È una pratica in aumento in tutto il mondo ed è considerata come parte della soluzione alle sfide alimentari del futuro, votate anche a rendere le città parte di un sistema alimentare sostenibile. Nonostante le forti evidenze dei benefici sociali e nutrizionali dell'agricoltura urbana, la sua impronta di carbonio rimane poco studiata. Secondo una recente ricerca internazionale tuttavia l’impatto ambientale dell’agricoltura urbana sarebbe fino a 6 volte più alto di quella tradizionale. 

Qual è l'impatto ambientale dell'agricoltura urbana?

Benefici dell’agricoltura urbana

Secondo le stime, tra il 20% e il 30% della popolazione urbana globale si impegna in qualche forma di agricoltura urbana. Il fenomeno è in aumento per via dei benefici associabili all’agricoltura urbana come il fornire alimenti freschi a chilometro zero riducendo l’impronta ecologica associata al trasporto alimentare su lunghe distanze e la disponibilità di alimenti in condizioni di emergenza. La presenza di spazi verdi in città non solo comporta benefici per la salute psicofisica e per il senso di comunità, ma contribuisce a ridurre l’effetto isola di calore e, quando all’aperto, fornisce habitat potenziali per insetti e uccelli. 

Impatto ambientale nascosto dell’agricoltura urbana

Tuttavia l’agricoltura urbana avrebbe ancora un impatto ambientale elevato, in alcuni casi ben superiore all’agricoltura tradizionale. In un recente studio pubblicato sulla rivista Nature Cities, un team di ricercatori internazionale guidato dall’Università del Michigan ha studiato i dati provenienti da 73 fattorie e giardini urbani in cinque diversi paesi del mondo per verificare l’effettivo impatto ambientale dell’agricoltura urbana. Per lo studio sono stati presi in considerazione sia fattorie urbane professionali focalizzate alla produzione per la vendita sia giardini individuali e giardini collettivi gestiti in comune. 

Dai dati è emerso che in media il cibo prodotto da agricoltura urbana produce 0,42kg di CO2 equivalente per porzione: un risultato ben 6 volte più alto dell’agricoltura convenzionale che si ferma a 0,07kg di CO2 equivalente per porzione. «Questo insieme di dati rivela che l'agricoltura urbana ha emissioni di carbonio più elevate per porzione di frutta o verdura rispetto all'agricoltura convenzionale» ha detto Benjamin Goldstein professore presso la Scuola per l’Ambiente e la Sostenibilità dell’Università del Michigan e co-autore dello studio. 

Da dove arriva l’impatto ambientale dell’agricoltura urbana?

Sebbene per molti versi più efficiente nella riduzione del consumo di acqua e di abbattimento della necessità di trasporto dei prodotti per lunghe distanze, secondo i ricercatori la maggior componente di impatto ambientale dell’agricoltura urbana è dovuta ai materiali e alle risorse necessarie a costruirle. Secondo i ricercatori infatti, le fattorie urbane hanno una vita media di gran lunga inferiore a quelle tradizionali durando solo alcuni anni e quindi non riuscendo ad ammortizzare l’impatto ambientale iniziale. Al contrario, l’agricoltura tradizionale tende a perdurare di più rendendo il costo ambientale dei materiali più efficiente nel lungo periodo. 

Come ridurre l’impatto ambientale dell’agricoltura urbana?

Ci sarebbero tuttavia alcune eccezioni: i pomodori coltivati nel terreno di appezzamenti urbani all'aperto hanno un impatto minore rispetto ai pomodori coltivati in serre convenzionali, allo stesso modo l'impatto è inferiore anche per quelle colture tradizionali trasportate internazionalmente con voli aerei, come ad esempio gli asparagi

Questo ha suggerito ai ricercatori alcune linee guida per ridurre l’impatto ambientale dell’agricoltura urbana e renderla competitiva con quella tradizionale:

  • Prolungare la vita delle infrastrutture di agricoltura urbana 
  • Utilizzare gli scarti urbani come compostaggio  
  • Riutilizzare l’acqua piovana e le acque grigie per l’irrigazione 

Questo dovrebbe aiutare a ridurre l’impatto dell’agricoltura urbana e consentire di sfruttare al meglio invece i molteplici benefici: migliore salute psico-fisica, maggiore socializzazione e una dieta più sana sono stati riscontrati dai ricercatori durante un sondaggio sulla vita dei «contadini urbani».


denis venturi
Denis Venturi
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Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.
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