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Oltre la piramide alimentare: il nuovo My Plate

Oltre la piramide alimentare: il nuovo My Plate

Abbiamo già avuto occasione di parlare della piramide alimentare, ripercorrendo brevemente la sua storia e evoluzione negli ultimi anni, fino a giungere alle sue ultime forme che molti di noi si sono trovati a studiare a scuola. Eppure molto probabilmente le nuove generazioni potrebbero non vederla mai: arriva una nuova soluzione grafica per insegnarci come mangiare e si chiama My Plate, vediamo in cosa consiste.

Partire dai limiti

Bisogna tornare indietro al 2011 per vedere il germe di questa nuova rappresentazione grafica della dieta ideale, per la precisione ad un intervento di Michelle Obama, tenutosi per l’apertura della campagna di sensibilizzazione sulla grave problematica dell’obesità, fortemente sentita negli USA. Una rivisitazione grafica era divenuta necessaria viste le critiche mosse alla rappresentazione piramidale, troppo lontana dalla vita di tutti i giorni e difficilmente interpretabile con concretezza. Ecco allora la necessità di avere qualcosa che suggerisse con estrema praticità cosa collocare nel piatto davanti a noi durante i pasti: la disposizione ricorda un grafico a torta, chiaramente più chiara rispetto ad una distribuzione piramidale in cui non risultava chiaro se il consumo consigliato dovesse essere inteso come giornaliero, settimanale o mensile.

Composizione

Ma cosa si trova in questo fantomatico piatto? Il diagramma come dicevamo poco sopra è diviso in spicchi disposti su un piatto, un quarto abbondante composto da verdure e uno di circa la stessa dimensione composto da cereali, uno leggermente più ristretto di frutta e infine il più piccolo è rappresentato da proteine. In un piccolo piattino al fianco dei principali stanno i prodotti lattiero/caseari. Risulta evidente che tre quarti del piatto sono composti da prodotti di origine vegetale, relegando alle proteine animali uno spazio minimo, segno evidente di una maggiore consapevolezza sull’impatto della carne sul settore agroalimentare e sulla salute umana. Uno dei punti che passa più inosservato è che questi pasti sono concepiti per saziare completamente una persona, lasciandole molta meno libertà su spuntini e merende, che andrebbero evitate.

Nessuno è perfetto

Non mancano però limiti e critiche anche per questo tipo di rappresentazione. In primo luogo non vengono date molte informazioni più approfondite sugli alimenti in questione: va bene per i cereali, ma meglio integrali o lavorati? E frutta e verdura, possibilmente di stagione ovviamente. Che dire allora dei latticini, consigliati a ogni pasto ma che in realtà, soprattutto se considerati formaggi grassi e a lunga stagionatura, andrebbero limitati a poche volte nell’arco della settimana.

Anche la distribuzione delle varie categorie di alimenti sarebbe corretto che variassero nell’arco della giornata, piuttosto che uguali per pranzo e cena: l’imputato in questo caso sono i carboidrati, che andrebbero consumati preferibilmente a pranzo piuttosto che a cena. Altra indicazione mancante è quella sulla qualità di grasso da impiegare nelle diverse preparazioni, non potendo ovviamente considerarli indifferenti. Si prospetta una soluzione semplice per ovviare alle lacune di questo sistema, e cioè combinare le due rappresentazioni, piramide e piatto, per ottenere una visione completa sulla dieta ottimale.

Fonti: Humanitasalute - Principidisanaalimentazione - Piusanipiubelli - The Washington Post - Choosemyplate


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Raccontare e spiegare cibo, sostenibilità, natura e salute. Un obiettivo più facile a dirsi che a farsi, ma nella redazione di inNaturale non sono queste le sfide che scoraggiano. Siamo un gruppo di giovani affiatati in cerca del servizio perfetto, pronti a raccontarvi le ultime novità e le storie più particolari.

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