inNaturale
Home
>
La dieta mediterranea è quella più sostenibile

La dieta mediterranea è quella più sostenibile

A basso impatto ambientale, sana sotto il profilo nutrizionale ed economicamente accessibile. Questi sono solo alcuni degli aspetti che hanno fatto della dieta mediterranea, la dieta più sostenibile.

Da anni sentiamo parlare di dieta mediterranea, ma solo recentemente questa è stata non più solo sinonimo di dieta sana ed equilibrata, ma anche di dieta sostenibile. Il concetto di sostenibilità è al centro di dibattiti internazionali da decine di anni e adesso, con i suoi tempi, si sta facendo sempre più chiaro e sta acquistando sempre di più la sua importanza anche tra noi, comuni mortali.

Cosa si intende per sostenibilità

Innanzitutto quando parliamo di sostenibilità parliamo di sviluppo sostenibile, ovvero «uno sviluppo che soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri» (dal Rapporto Brundtland). Tale definizione è piuttosto chiara e sulla base di essa ogni società potrà raggiungere l'obbiettivo della sostenibilità, tenendo a mente che lo sviluppo sostenibile è qualcosa in continuo cambiamento, di pari passo alle esigenze presenti e future.

Cosa si intende per sostenibilità alimentare

Ovviamente la sostenibilità è applicabile anche all'ambito agroalimentare e, in tal senso, è stato definito come sistema alimentare sostenibile un sistema che garantisce cibo e nutrizione per tutti senza compromettere le basi economiche, sociali e ambientali che daranno tale sicurezza alimentare alle generazioni future.

Negli ultimi decenni è stato necessario affrontare tali argomentazioni poiché si è stimato che, a causa della combinazione tra crescita della popolazione, urbanizzazione e aumento dei redditi, si avrà un aumento della domanda alimentare globale, rispetto ai bisogni attuali, dell'80-100% entro il 2050!

Ecco perché la dieta mediterranea sarebbe la più sostenibile

La cosiddetta dieta mediterranea è stata battezzata in tal modo dal fisiologo americano Ancel Keys, che negli anni Settanta parlò di un consumo equilibrato di tutti quegli alimenti naturali come frutta, cereali, legumi, vegetali e olio d'oliva, i quali avrebbero portato ad una percentuale di mortalità per cardiopatie più bassa rispetto alle diete a base di grassi saturi, caratterizzanti il Nord Europa.
Per citare la FAO «le diete sostenibili concorrono alla protezione e al rispetto della biodiversità e degli ecosistemi, sono culturalmente accettabili, economicamente eque ed accessibili, sicure e sane sotto il profilo nutrizionale e, contemporaneamente, ottimizzano le risorse naturali e umane.»

Leggendo tale definizione nessuno potrà sostenere che la nostra cara dieta mediterranea non abbia tutte queste caratteristiche e che, pertanto, sia sicuramente sostenibile. Tanto più se a queste nozioni vi aggiungiamo una prospettiva sui consumi: è stato stimato che una dieta onnivora richieda 2,9 volte di acqua in più, 2,5 volte l'energia e 13 volte i fertilizzanti rispetto a una dieta vegetariana; non solo, come riporta un articolo apparso nel 2014 sulla rivista Nature, la dieta mediterranea, pescetariana e vegetariana potrebbero ridurre rispettivamente del 30%, 45% e 55% le emissioni di gas serra. Risultati incredibili che trovano una facile esemplificazione nella doppia piramide alimentare-ambientale proposta dalla Barilla Center for Food & Nutrition (BCFN).

Tutto ciò può essere molto convincente, ma si sa, le scelte alimentari sono influenzate anche dal reddito e dai costi relativi all'acquisto di un prodotto: trovandoci in un mondo globalizzato, dove è sempre più diffusa l'usanza di consumare cibi poco costosi, molto energetici e a basso contenuto di sostanze nutritive, diverse ricerche hanno tentato di dimostrare come la spesa complessiva per una dieta sostenibile sarebbe economicamente equivalente, se non inferiore rispetto alle spese correnti!

Date queste notizie, alimentarci sostenendo il pianeta Terra dovrebbe essere ancora più facile, no?

Fonti: libro «Economia del sistema agroalimentare» - professor Davide Menozzi


Allegra Germani
Scopri di più
Allegra di nome e di fatto, ho 22 anni, studio Scienze Gastronomiche e non so ancora cosa fare della mia vita se non girare il mondo per riempirmi gli occhi e la bocca di cose buone.
Scopri di più
Allegra di nome e di fatto, ho 22 anni, studio Scienze Gastronomiche e non so ancora cosa fare della mia vita se non girare il mondo per riempirmi gli occhi e la bocca di cose buone.
Iscriviti alla newsletter
Resta aggiornato sulle ultime novità editoriali, i prodotti e le offerte