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Fatberg: i mostri di grasso che popolano i nostri scarichi

Fatberg: i mostri di grasso che popolano i nostri scarichi

Oli, scarti alimentari, pannolini usati, carta igienica. Le nostre cattive abitudini mettono a rischio il sistema fognario delle metropoli.

Se siete dei cittadini coscienziosi e attenti, di certo raccoglierete l’olio dei vostri fritti e non getterete nel water i pannolini sporchi dei vostri bambini. A volte purtroppo la coscienza civile non c’entra: è solo questione di cattiva informazione o semplicemente di pigrizia. A farne le spese però è il sistema fognario delle nostre città sempre più popolato da «mostri».

I fatberg che galleggiano nelle fogne

In Inghilterra li chiamano «fatberg» in un ingegnoso connubio tra la parola fat (grasso) e iceberg; in America, restando fedeli alla passione tutta statunitense per gli acronimi, li chiamano FOG dalle parole Fat, Oil and Grease: sono poco piacevoli agglomerati di grassi, oli e liquami che si addensano nella rete fognaria anche grazie alla presenza di sostanze fibrose come appunto carta igienica, pannolini o, semplicemente, peli.

I fatberg sono saliti tristemente agli onori delle cronache nel 2013 quando un raccapricciante ammasso dal fetore insostenibile e del peso di 15 tonnellate venne estratto dalle fogne di Kingston a Londra dopo che i cittadini della zona avevano segnalato l’impossibilità di scaricare i loro WC. In anni più recenti, altri «mostri» delle fogne sono venuti alla luce in molte metropoli, alcuni anche di dimensioni superiori.

Costi ed opportunità

Non è solo un problema di cattivo gusto e di poca igiene: pulire le fogne dagli agglomerati di grasso e olio sta diventando anche un costo insostenibile. La città di New York spende quasi 4 milioni di dollari all’anno per pulire le sue fogne dai FOG. Altre città di dimensioni più ridotte spendono percentuali notevoli del loro budget per tenere pulita la rete dagli scarti oleosi prodotti dai propri cittadini.

Alcuni hanno visto in un problema una opportunità: nelle metropoli cinesi il grasso delle fogne viene illegalmente prelevato e rivenduto sul mercato nero per alimentare le cucine dei venditori di strada. Nella pragmatica Londra, il gestore della rete fognaria ha stretto un accordo con una compagnia d’energie rinnovabili per estrarre i fatberg e trasformali in biodiesel, e quindi, energia elettrica.

Prevenire è meglio che curare

Così come i gli ammassi di grasso stanno crescendo in dimensioni, così sta crescendo anche la conoscenza sul modo in cui si formano e su come evitare che l’intera questione diventi un problema fuori controllo. Ad esempio, gli scienziati hanno stabilito che la maggior parte dei fatberg è in realtà composta da una forma di sapone-fognario e che il processo di saponificazione nelle fogne viene amplificato quando più calcio è presente nelle acque, oppure, che la carta igienica o le salviettine umidificate sono particolarmente dannose quando gettate negli scarichi perché non perfettamente dissolubili.

Una volta entrati nella rete, tuttavia, liberarsi di grassi e oli è una vera impresa. L’unica vera risorsa rimane la prevenzione. Campagne di sensibilizzazione sono già in atto dove il problema ha assunto dimensioni colossali e l’educazione e il buon senso dei cittadini rimane l’arma più efficace contro i «mostri» delle fogne. Prestare attenzione a dove gettiamo i nostri pannolini o a che tipo di carta igienica utilizziamo e ancora smaltire correttamente gli oli da cucina invece che sciacquarli via nel lavabo per pigrizia, può veramente fare la differenza.

Fonti: news.nationalgeographic.com - washingtonpost.com - atlasobscura.com - apricaspa.it - corriere.it


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denis venturi
Denis Venturi
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Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.
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