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Dente di leone: un fiore dalle tante qualità

Dente di leone: un fiore dalle tante qualità

Quei deliziosi fiorellini gialli che di solito invadono i nostri giardini sono dei piccoli quanto incredibili tesori di proprietà benefiche per l’organismo.

Avrete sicuramente notato durante una bella passeggiata come il dente di leone, quelle fastidiose piantine infestanti, si trovino un po’ ovunque: campi da calcio, prati, marciapiedi ecc. Sono molto comuni e non di certo per le loro qualità nutrizionali o per la versatilità che mostrano in cucina. Eppure rappresentano un’importante risorsa gastronomica specialmente per il futuro.

I denti di leone hanno infatti molti impieghi: sia per la creazione di piatti sani ed equilibrati che per la preparazione di tisane o decotti utilizzabili come rimedio naturale. Il nome di questo vegetale deriva dal termine francese dent de lion ovvero dente di leone, che si riferisce alle foglie dentate della pianta. È noto anche come stella gialla, per via della forma e del colore del suo fiore, ma il soprannome più carino sarebbe quello di pissenlint il corrispondente italiano di piscialetto, accezione legata in modo specifico ai suoi potenti effetti diuretici. Il nome botanico è tarassaco o più adeguatamente taraxacum officinale, ha diversi impieghi in campo erboristico e per questo viene considerato un ottimo rimedio naturale.

Piccoli fiori grandi proprietà

Questo vegetale merita la qualifica di super food proprio per i potenti effetti detox che svolge nell’organismo. Funge infatti da tonico, diuretico e lassativo naturale. È inoltre ricco di sostanze benefiche come flavonoidi, acido ascorbico, calcio e vitamine A, B, C e D. In passato, le radici e le foglie del dente di leone venivano anche usate per alleviare problemi di fegato e reni. Era pertanto consuetudine bollire la pianta in acqua calda al fine di ottenere una bevanda poi sorseggiata a scopo terapeutico. In medicina tradizionale era la pratica più diffusa per la cura di eventuali bruciori di stomaco o insorgenze cutanee.

Nulla di scientificamente provato per il momento, anche se diversi studi condotti hanno certificato il notevole effetto che ha sui reni. I soggetti dell’esperimento avvenuto presso l’Università del Maryland hanno assunto giornalmente prodotti a base di tarassaco, il che implicò l’aumento dell’espulsione di liquidi rispetto a coloro che non ne avevano fatto uso. Reintegrando, inoltre, benissimo gli elettroliti espulsi tramite le urine, dato che il tarassaco è ricco di minerali quali calcio, magnesio e potassio, più di una buona banana.

Impieghi in cucina: un’idea sana e sfiziosa

I fiori hanno un sapore potente che si attenua con la cottura. Sono deliziosi al vapore o brasati e possono essere usati anche al posto degli spinaci. Le foglie invece hanno un gusto pungente e amaro. Anche se quelle mature sono più gradevoli e possono essere utilizzate per la preparazione di squisite insalate. Prima di impiegarli in qualsiasi modo, lavare bene in acqua fredda per rimuovere eventuali detriti.

Ma dove si recuperano questi vegetali? Di certo non per strada, non è consigliato. La fioritura avviene da febbraio a novembre e i semi possono essere acquistati nei negozi di alimentari. Anche le foglie della pianta possono essere reperibili fresche al mercato.

Ogni parte della pianta è commestibile, anche le radici che si ingrossano in autunno e una volta raggiunta la giusta misura vengono lavate, essiccate, arrostite e macinate per ottenere una polvere dal quale viene fatto una sorta di caffè. Il sapore si allontana totalmente dalla famosa bevanda eccitante , ma con l'aggiunta di un pizzico di cacao può rappresentare un’alternativa molto gradevole.

Ho trovato inoltre una ricetta invitante che permette di trasformare i nostri fiorellini in un ottimo risotto da gustare in compagnia.

  • Per prima cosa preparate i vostri petali di dente di leone.
  • Lavare le teste della pianta in acqua fredda per rimuovere la presenza di eventuali insetti, quindi tagliare l'estremità e sbucciare liberando i petali in modo tale che rimangano integri e privi di foglie verdi. Ne servono circa 150 g per quattro persone, qualcuno tenetelo da parte come guarnizione.
  • Preparate un leggero soffritto aggiungendo una cipolla con due cucchiai di olio di oliva e due spicchi d'aglio. Lasciare rosolare per circa cinque minuti.
  • A questo punto fate tostare 300g di riso (arborio possibilmente) nel soffritto e versate 125 ml di vino bianco o rosa. Una volta assorbito, aggiungete gradualmente un mestolo di acqua alla volta, insaporita con aromi e con le foglie del tarassaco, consentendo al riso di assorbire il liquido. Ne occorrono circa 700 ml. Il riso impiegherà almeno mezz'ora per cucinare.
  • Infine amalgamate il tutto con qualcosa di cremoso come il formaggio o il parmigiano grattugiato e inserite i petali che avevate messo da parte.
  • Prima di servire basta mettere un filo d’olio e cospargete il vostro bel piatto con gli adorabili fiorellini color oro.

Che dire una buona e sana alternativa alle solite pietanze, detto ciò vi auguro buon appetito!

Fonti: umm.edu - theguardian.com - greenstyle.it - cure-naturali.it - watching-what-i-eat.blogspot.it - almanac.com - insalatamente.com

Le informazioni contenute in questo articolo sono da intendersi a puro scopo informativo e divulgativo e non devono essere intese in alcun modo come diagnosi, prognosi o terapie da sostituirsi a quelle farmacologiche eventualmente in atto. In nessun caso sostituiscono la consulenza medica specialistica. L’autore ed il sito declinano ogni responsabilità rispetto ad eventuali reazioni indesiderate.


Mariaelena Parrottino
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Studio scienze gastronomiche, amo viaggiare e scoprire cose nuove. Nel tempo libero scrivo della mia passione più grande il cibo, o meglio il buon cibo. Credo che ogni piatto abbia una storia da raccontare e scoprire, emozioni ed esperienze che ogni persona ha messo li dentro.
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