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Bollire l'acqua per ridurre le microplastiche, lo studio

Bollire l'acqua per ridurre le microplastiche, lo studio

Si trovano microplastiche dappertutto, uno studio recente mette però in luce come la bollitura potrebbe ridurne la presenza nell'acqua.

La presenza di microplastiche nelle nuvole, nella terra, nell'acqua ma anche negli organismi è sempre più allarmante. Il problema sembra ormai essere sfuggito al controllo, complici gli anni di scarsa consapevolezza sulla gestione dei rifiuti, e ora non resta che trovare delle soluzioni. Uno studio cinese ha evidenziato che la bollitura potrebbe ridurre le microplastiche nell'acqua. 

Bollire l'acqua per ridurre le microplastiche: lo studio
@envatoelements

Cosa sono le microplastiche

Sebbene ormai se ne senta parlare molto spesso, è opportuno dare ancora una volta la definizione di microplastiche. Con questo termine si intendono particelle di plastica con dimensione compresa tra i 330 micrometri e i 5 mm. Possono avere origine primaria, come le microsfere contenute in alcuni cosmetici o nei tessuti, oppure secondaria cioè derivanti dalla disgregazione di oggetti. 

Microplastiche nell'acqua: come eliminarle

Uno studio cinese condotto da Zhanjun Li ed Eddy Zeng e pubblicato su Environmental Science & Technology Letters ha messo in luce come la bollitura potrebbe ridurre il contenuto di microplastiche nell'acqua. 

I due ricercatori sono partiti dall'assunto che una bollitura di 10-15 minuti sia in grado di potabilizzare l'acqua. Si sono quindi chiesti se la stessa tecnica potesse essere efficace anche per ridurre il contenuto di microplastiche e la risposta è stata, almeno in parte, positiva. 

Dopo aver prelevato dei campioni di acqua del rubinetto di Guangzhou, in Cina, i due scienziati hanno aggiunto quantità diverse di microplastiche e portato poi a bollore per 5 minuti, misurando una volta fredda il contenuto di microplastiche residue. Hanno così messo in luce come tale valore si sia ridotto dell'80%.

Il risultato sembra essere davvero positivo soprattutto nell'ottica di trovare un metodo semplice e non troppo costoso per la riduzione delle microplastiche nell'acqua. Tuttavia c'è da sottolineare che la portata del successo è da ricondurre alla tipologia di acqua. Deve infatti essere un'acqua dura che, sottoposta a bollitura, produca una discreta quantità di carbonato di calcio ossia calcare. 

La struttura cristallina formata dal calcare infatti è in grado di inglobare le NMP (nano e microplastiche) presenti nell'acqua. Sarà poi sufficiente filtrarla con un colino per rimuovere quelle rimaste in sospensione. 

Lo stesso esperimento condotto su campioni di acqua più leggera, ossia con carbonato di calcio inferiore ai 60 milligrammi per litro, ha permesso di rimuovere solo il 25% di NMP. 

Le microplastiche nell'acqua rappresentano una minaccia crescente per l'ambiente e la salute umana. Sebbene la ricerca sia ancora in corso, è chiaro che queste minuscole particelle possono avere un impatto significativo sulla catena alimentare e sulla salute degli ecosistemi.


Beatrice Piselli
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Dopo una Laurea in Ingegneria mi sono allontanata dai numeri e avvicinata a nuove forme di espressione, come la fotografia e la scrittura. Il mio blog, Il Cucchiaio Verde, racchiude entrambe le passioni e ha come filo conduttore uno stile di vita vegetariano.
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