inNaturale
Home
>
Asma da tempesta, ne avete mai sentito parlare?

Asma da tempesta, ne avete mai sentito parlare?

Nel novembre dell’anno scorso, 2016, in una giornata molto calda a Melbourne, Australia, una tempesta si abbatté sulla città. Improvvisamente migliaia di persone iniziarono a provare una strana stretta alla gola, come se avessero difficoltà a respirare: si trattava di asma, scatenata evidentemente dalla tempesta. Si tratta appunto di asma da tempesta, ma cosa la provoca?

Un caso già visto, ma mai spiegato

In cinque ore i paramedici ricevettero più di 2000 telefonate, curato più di 8500 pazienti e alla fine della giornata furono otto le vittime, nove se si conta anche chi non è riuscito a riprendersi i giorni successivi.

Fortunatamente eventi del generi sono molto rari, ma sono già capitati in passato e casi sono stati registrati in diverse parti del mondo, Italia compresa, ma in versione più blanda, e viene definito asma da tempesta, anche se quello di Melbourne è stato sicuramente uno dei casi più gravi, migliaia di persone coinvolte e molte vittime.

Finora mancava una spiegazione che convincesse tutta la comunità scientifica, ma recentemente è stata proposta una teoria che potrebbe aver definitivamente risolto il mistero.

Polline concentrato

I venti precedenti la tempesta, che hanno fatto registrare velocità superiori ai 100 km/h, avrebbero concentrato il polline nell’aria attorno alla città, così che le persone ne respirassero una grossa quantità in poco tempo. Nelle persone naturalmente allergiche a polline o muffa queste possono innescare una reazione del sistema immunitario che chiude le vie respiratorie, che a sua volta causa l’attacco d’asma.

In questo caso però la situazione è più complicata: normalmente il polline è troppo grande per riuscire a penetrare nei polmoni degli esseri umani, durante una tempesta però il polline prelevato all’altezza del terreno viene spinto lontano dal suolo a contatto con le nuvole, la cui elevata umidità fa schiudere i chicchi che liberano a loro volta centinaia di minuscoli granuli. Questi finiscono nuovamente in balia del vento che li può riportare verso il suolo, dove scateneranno una reazione molto più intensa del normale.

Il problema è l’allergia, non l’asma

Il caso di Melbourne è stato più grave del previsto perché si è scoperto, dopo un recente sondaggio, che il 40% di chi ha presentato sintomi asmatici li aveva avuti per la prima volta solo in quella circostanza. Fattore invece importante in questi casi sono le allergie, soprattutto a quel polline o spore che una tempesta può sollevare in una determinata zona. In questo particolare caso si pensa che sia stata colpa della pianta erbacea Loglio, specialmente abbondante in quella zona e a cui molti sono allergici.

Questo, in combinazione con l’aver sorpreso molte persone impreparate e la saturazione quasi immediata del servizio sanitario, ha permesso che a Melbourne si verificasse un caso così problematico. Non resta che imparare la lezione e stare molto attenti, considerando anche il parere di alcuni scienziati che, visti i cambiamenti climatici in atto, considerano sempre più probabili eventi di questo tipo.

Fonti: scishow on youtube.com


Matteo Buonanno Seves
Matteo Buonanno Seves
Scopri di più
Un giovane laureato in Scienze Gastronomiche con la passione per il giornalismo e il mai noioso mondo del cibo, perennemente impegnato nel tentativo di schivare le solite ricette e recensioni in favore di qualcosa di più originale.
Scopri di più
Un giovane laureato in Scienze Gastronomiche con la passione per il giornalismo e il mai noioso mondo del cibo, perennemente impegnato nel tentativo di schivare le solite ricette e recensioni in favore di qualcosa di più originale.
Iscriviti alla newsletter
Resta aggiornato sulle ultime novità editoriali, i prodotti e le offerte