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In arrivo il primo olio d'oliva Canadese

In arrivo il primo olio d'oliva Canadese

Si sa, a noi italiani l’olio d’oliva scorre direttamente nel sangue, tanto è radicato nella nostra cultura e territorio. Ci sono paesi come il Canada però in cui alcuni produttori, innamorati dell’oro liquido nostrano, hanno deciso di impiantare coltivazioni direttamente nelle loro terre per poter curare dall’inizio alla fine un prodotto che sentono anche proprio. È il caso di George e Sheri Braun, dalla British Columbia, la più occidentale delle province del freddo paese, e del loro prodotto, il primo olio d’oliva Canadese.

Un’avventura difficile, tra territorio e radici

Quando immaginiamo il clima di quello che è conosciuto come il Great White North, difficilmente ci verrà in mente il sole nostrano. Eppure non si possono sottovalutare i microclimi canadesi, tanto più se si parla della Salt Spring Island, in cui le temperature sono miti, quasi mediterranee, con estati calde e inverni non troppo rigidi.

Qui la famiglia Braun ha deciso di posizionare un uliveto, per la precisione 73 acri - quasi 30 ettari - con più di 2500 ulivi e il proprio frantoio, coronando un sogno che seguiva da una vita, con le prime mille piante posizionate nel 2012. Già questa prima operazione fu complicata, racconta George, mentre spiega come dovette far arrivare alcune varietà toscane dalla California, con le radici completamente esposte e pulite per poter passare il confine. Un'accoglienza traumatica perfino per il più stoico degli ulivi.

Il primo olio d'oliva Canadese

Dopo anni di tribolazioni e aggiustamenti, tra il 3 e il 4 dicembre dell’anno scorso le olive, da cui sarebbe stato prodotto il primo olio d’oliva Canadese, furono colte a mano. Cinque ore dopo erano sotto le presse arrivate direttamente dall'Italia, e appena in tempo, considerando che il giorno seguente la neve impedì la raccolta delle ultime cinque file di ulivi.

Nonostante le mille tribolazioni George e Sheri Braun possono dire avercela fatta: il loro olio sembrerebbe avere delle pronunciate note di cacao e caffè, non per forza positive, visto che potrebbero essere dovute a un difetto causato dalla morsa del freddo, ma sicuramente caratteristiche. In ogni caso un ottimo primo risultato e allo stesso tempo un caldo invito a proseguire questo esperimento, che non indebolisce la cultura gastronomica nostrana, piuttosto l’aiuta a diffondersi in ogni angolo del globo.

Fonti: oliveoiltimes.com - theolivefarm.ca - saltspringtourism.com (foto di: johncameron.ca)


Matteo Buonanno Seves
Matteo Buonanno Seves
Scopri di più
Un giovane laureato in Scienze Gastronomiche con la passione per il giornalismo e il mai noioso mondo del cibo, perennemente impegnato nel tentativo di schivare le solite ricette e recensioni in favore di qualcosa di più originale.
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