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Alla scoperta del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene

Alla scoperta del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene

Direttamente dai colli di Treviso

Il Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene è il vino più conosciuto dei colli di Treviso e uno dei più famosi in Italia e nel mondo, ciò è dimostrato dalle favorevoli stime sulle esportazioni, che lo vedono al secondo posto (31 milioni di bottiglie) solo dopo il Lambrusco (90 milioni di bottiglie).

La tipica zona di produzione è individuabile sulla sponda orientale del fiume Piave e sono quindici i comuni che possono vantare il riconoscimento europeo di origine controllata e garantita (DOCG). Il disciplinare pone come limite produttivo quello delle 13.5 tonnellate/ettaro, da queste uve selezionate, con un titolo alcolimetrico naturale del 9.5%, si otterrà la base per il vino frizzante che tutti conosciamo. Quest'ultimo deriva da una particolare metodologia di produzione detta metodo Charmat o Martinotti, che individua come luogo atto alla seconda fermentazione l'autoclave, a differenza dello spumante e dello Champagne che subiscono la rifermentazione in bottiglia.

Il Prosecco a termine della lavorazione, affinché possa essere marcato con le fascette della DOCG, non potrà avere un titolo alcolimetrico inferiore al 10.5%, ed in base al residuo zuccherino finale presente potrà collocarsi in tre diverse categorie Dry (17-32 g/l), Extra Dry (12-17 g/l) e Brut (7-10 g/l).

Le cru del Prosecco

Due sono le cru legate al terroir del Prosecco: il Superiore di Cartizze e il Rive. Il primo è rappresentato da una piccola area di 107 ettari, compresa tra gli altipiani più impervi di S. Pietro di Barbozza, Santo Stefano e Saccol, nel comune di Valdobbiadene e deve il suo particolare pregio alla combinazione tra un microclima favorevole ed un terreno diversificato, con morene, arenarie ed argille, che consentono un drenaggio veloce delle piogge e, allo stesso tempo, una costante riserva d'acqua. Anche se viene in prevalenza commercializzato nella versione Dry, recentemente alcuni produttori hanno introdotto anche la tipologia Brut.

Il Prosecco Rive è prodotto esclusivamente con uve provenienti da un unico Comune o frazione di esso, mettendo in luce la vocazione le peculiarità espresse dalle diverse zone del Consorzio. Il termine “Rive” sta ad indicare, nella parlata locale, i vigneti posti in terreni scoscesi, in questo caso il disciplinare impone la riduzione di produzione a 13 tonnellate ad ettaro, con l'obbligo di raccolta manuale delle uve e dell'indicazione di millesimato.

La storia dietro la bottiglia

É il vino che tradizionalmente ha riempito le ombrete servite da sempre servite nelle osterie veneziane. Il vitigno trova molto probabilmente le sue origini nella località di Prosecco, nel Carso Triestino, ma ha trovato nei terreni calcareo-argillosi di Conegliano e Valdobbiadene l'habitat ideale; non sembrano invece esserci legami con il Prosek di Dalmazia, prodotto prevalentemente con uve passite.

La storia moderna del Prosecco inizia a Conegliano con l'introduzione dei metodi di fermentazione in autoclave adottati dalle cantine Carpené Malvoti agli inizi del '900 e successivamente diffusisi in tutta la regione. Diverse cantine della zona producono anche ottimi vini spumanti rifermentati in bottiglia, metodo chiamato champenoise o Classico.

Il vino a tavola

Il Prosecco va servito fresco, ad una temperatura attorno agli 8 °C, sopratutto come aperitivo, abbinandolo quindi a salumi, formaggi con aromi non eccessivamente intensi e stuzzichini come taralli, pizzette e tartine.

Fonti: Prosecco - Wikipedia


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