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Digerire fibre sempre più difficile per chi vive in città, dice uno studio

Digerire fibre sempre più difficile per chi vive in città, dice uno studio

Digerire fibre sta diventando più difficile per la perdita di batteri intestinali nelle società industrializzate, scopre uno studio.

Le fibre sono parte di quei nutrienti fondamentali per il corretto funzionamento dell’intestino e dovrebbero essere parte integrante di una dieta quotidiana. Tuttavia le abitudini alimentari delle società industrializzate e, soprattutto, di chi vive nelle grandi città, stanno alterando la flora intestinale a tal punto da rendere più difficile digerire le fibre rispetto a chi vive nelle aree rurali, con preoccupazioni sul futuro se il trend dovesse continuare. A sostenerlo, in una ricerca comparsa sulla rivista Science, un gruppo di ricercatori dell’Università Ben-Gurion del Negrev (BGU), in Israele, assieme all’Istituto di Scienza Weizmann con diversi collaboratori internazionali negli Stati Uniti e in Europa. 

Digerire fibre sempre più difficile per chi vive in città, dice uno studio
@envatoelements

Perché è importante poter digerire le fibre?

Le fibre sono una parte fondamentale della dieta quotidiana. Presenti in diversa misura negli alimenti di origine vegetale come verdure o prodotti integrali, le fibre sono sostanzialmente la cellulosa di cui sono composte le piante. Digerire le fibre aiuta a mantenere in equilibrio la flora intestinale fungendo da punto di partenza di una catena alimentare naturale che inizia con batteri in grado di digerire la cellulosa. Questi batteri forniscono al resto del microbioma intestinale un'alimentazione equilibrata.

Digerire le fibre sempre più difficile nelle società industrializzate

«Durante l'evoluzione umana, le fibre sono sempre state un pilastro della dieta umana - spiega Sarah Moraïs che ha condotto la ricerca - Sono da sempre una costante della dieta dei nostri antenati e di quella di altri primati». Tuttavia, le abitudini alimentari di chi vive in una società industrializzata sono ormai molto differenti rispetto a chi è vissuto nell’antichità.

Secondo i ricercatori, quasi due secoli di industrializzazione stanno mutando la flora intestinale a tal punto che, chi vive da tempo in città, sta perdendo quei batteri capaci di digerire le fibre degradando la cellulosa. Moraïs e il suo team hanno identificato alcuni nuovi importanti batteri che compongono il microbioma intestinale umano. Si tratta di batteri chiamati Ruminococcus capaci di degradare la cellulosa e digerire le fibre producendo complessi proteici extracellulari chiamati cellulosomi.

 

Perché stiamo perdendo la capacità di digerire le fibre?

Digerire le fibre non è facile per l’intestino umano, soltanto pochi batteri infatti sono in grado di degradare la cellulosa in modo efficace. La cellulosa è particolarmente difficile da digerire perché è una sostanza insolubile. I cellulosomi prodotti dal batterio Ruminococcus all’interno dell’intestino sono progettati per attaccarsi alle fibre di cellulosa e separarle aiutando l’organismo a digerirle. La produzione di cellulosomi mette il Ruminococcus in cima ai processi per digerire le fibre.

Batteri come il Ruminococcus sono parte dell’evoluzione umana da lungo tempo. I loro antenati erano un tempo parte del microbioma del rumine di mucche e pecore che permette loro di digerire l’erba. La teoria sostiene che, nel corso di millenni di contatto e allevamento, parte di questi batteri abbia trovato posto nell’intestino umano aiutando la nostra digestione delle piante più ancora dei batteri originari dei nostri antenati primati. 

L’alimentazione di chi vive in città sta cambiando il microbioma intestinale

Test condotti su popolazioni diverse a livello mondiale hanno rivelato che i ceppi di Ruminococcus sono effettivamente componenti robuste del microbioma intestinale tra le società di cacciatori - raccoglitori che ancora sopravvivono in aree remote e tra le società umane di oggi tipicamente rurali. Al contrario questi batteri stanno diventando progressivamente più rari o sono addirittura assenti nei test condotti su chi vive in società industrializzate.

«I nostri antenati in Africa 200mila anni fa non pranzavano al fast food né ordinavano con app cibo a domicilio - spiega il professor William Martin presso l'Università Heinrich Heine di Düsseldorf in Germania che ha collaborato allo studio - La dieta sta cambiando nelle società industrializzate, lontane dalle fattorie dove viene prodotto il cibo». Secondo i ricercatori proprio questa distanza tra aree di produzione e aree di consumo sarebbe una possibile spiegazione della progressiva perdita di quegli importanti microrganismi che aiutano a digerire le fibre per chi vive in città. 


denis venturi
Denis Venturi
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Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.
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